E Marchionne promette i superstipendi tedeschi

Credere o non credere a Sergio Marchionne. Al di là delle interpretazioni date dalle varie correnti di pensiero sulla nuova formulazione contrattuale oggetto del referendum tra gli operai di Mirafiori, un punto non trascurabile riguarda il peso della busta paga degli operai nei prossimi anni. L’amministratore delegato della Fiat è tornato sull’argomento l’altro giorno a Detroit, ricordando la promessa fatta il 25 ottobre scorso durante l’intervista concessa a Fabio Fazio su Rai Tre. Quella, cioè, di garantire agli operai italiani lo stesso assegno che ricevono i colleghi tedeschi: in questo momento circa 2.000 euro netti al mese, su un orario di lavoro settimanale di 33 ore.
Nel caso di Pomigliano d’Arco, primo e per ora unico stabilimento della Fiat ad aver accettato il nuovo corso, un operaio che lavora a tempo pieno percepisce in media poco più di 1.200 euro netti al mese (40 ore settimanali), cifra che scende a 850 euro nei periodi di cassa integrazione. In generale, dunque, a stare meglio sono le tute blu tedesche, in particolare quelle che si occupano della manutenzione dei macchinari il cui salario, al netto, è intorno a 2.300 euro.
Rimanendo in Europa, lo stacco, è notevole se se si raffrontano le buste paga dell’operaio Fiat italiano con quello che lavora nella stessa azienda, ma sulle linee di montaggio di Tychy, in Polonia (la fabbrica produce la 500 e la Ka per conto della Ford, mentre ha «ceduto» la Panda a Pomigliano d’Arco per ricevere prossimamente, secondo i piani di Marchionne, la nuova Lancia Y).
Qui, alla fine di ogni mese, lo stipendio netto medio si aggira sui 600 euro (sempre rapportato a 40 ore settimanali) ed è ovviamente proporzionato al costo della vita. Ampliando il discorso ai mercati emergenti, ecco che gli stakanovisti - come li ha chiamati in questi giorni il Financial Times - operai brasiliani della Fiat Automoveis si portano a casa quasi 800 euro netti (44 ore l’impegno settimanale). Negli Stati Uniti esistono invece due fasce, previste dal contratto siglato nel 2007, quella che prevede un compenso di 14 dollari all’ora (neoassunti) e quella relativa ai più anziani (24 dollari all’ora).
E poi ci sono l’India e la Cina dove, rispettivamente, un addetto alla catena di montaggio della Tata Motors guadagna 300 euro e lavora 48 ore alla settimana, e quello di una casa automobilistica, per esempio giapponese con impianto sotto la Muraglia, poco più di 110 euro netti (42 ore).
«I lavoratori di Mirafiori abbiano fiducia», ha ripetuto ancora nelle ultime ore Marchionne, riferendosi anche ai possibili incrementi di guadagno che gli operai italiani alle catene di montaggio potrebbero avere nei prossimi anni. È una sorta di contratto, basato sulla fiducia reciproca, quello che propone il responsabile operativo del Lingotto.


«Siamo davanti a una sfida - si legge nella lettera che il top manager ha mandanto il 27 ottobre 2010 a tutti i dipendenti del gruppo - che, o si vince tutti insieme, oppure tutti insieme si perde». In serata si avrà la risposta.

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