E a Milano cerca di battere il record di preferenze

Milano«Se vogliono darmi la loro preferenza perché mi vogliono bene e mi stimano, devono anche scrivere sulla scheda azzurra il mio nome: Berlusconi». Parola del candidato consigliere a Milano, per l’appunto Silvio Berlusconi. Nel voto in arrivo ci mette la faccia. E punzecchia: «É importante vincere per convincere quelli che non hanno voglia di votare o quelli che ci paiono convertiti da Rai e da La7, dai giornali che riempiono la testa di frottole».
Non è la prima volta che il premier si offre come capolista del partito per Palazzo Marino. Nel 2001 si è candidato a fianco del sindaco Gabriele Albertini e nel 2006 si è buttato nella campagna per Letizia Moratti.
Ma il presidente del Consiglio ora sottolinea che il significato del voto del 15 e 16 maggio va oltre, perché è molto politico e anche un po’ personale. Si tratta non solo di rieleggere il sindaco Letizia Moratti ma anche di difendere lui. Ripete alle tv locali: «Con le preferenze l’opposizione non avrà motivo per dire che Berlusconi ormai è finito e che bisogna pensare al “dopo Berlusconi”».
La situazione politica è pesante e il messaggio ai milanesi chiaro: per sostenerlo non basta votare il Pdl. Anche se il nome del leader del partito è già nel simbolo, «coloro che mi vogliono bene e mi stimano, devono anche scrivere sulla scheda azzurra il mio nome: Berlusconi». E così il presidente del Consiglio si prepara al test nella sua città. Ostenta una certa sicurezza di farcela in scioltezza: «Siamo sicuri di vincere al primo turno a Milano».
Sarà milanese anche il comizio conclusivo di Berlusconi, in calendario oggi pomeriggio alle 16 al Palasharp, il palazzetto che di consueto ospita le manifestazioni della sinistra. L’ultimo appuntamento, per dare un’idea, è stato a febbraio, quando Umberto Eco e Roberto Saviano (tra gli altri) hanno arringato la folla al grido di «Berlusconi, dimettiti». La scelta è caduta sul Palasharp come una specie di cura depurativa, spiega Berlusconi nella lettera invito agli elettori: «Ci incontreremo dove i nostri avversari hanno realizzato una manifestazione gonfia di livore nei nostri confronti. Noi li ricambieremo come siamo soliti fare, non con l’invidia e con l’odio, ma con il nostro amore per Milano».
Il Palasharp è stato preferito anche per la capienza: sono attese più di diecimila persone, spiegano dal coordinamento regionale del Pdl. Il palco è molto grande e la scenografia prevede un enorme logo del Pdl contornato da tutti i simboli delle liste che appoggiano Letizia Moratti.
L’organizzazione è da convention all’americana, pensata per valorizzare il ruolo di Berlusconi come capolista del Pdl. Una sciarpettina azzurra sarà distribuita a tutti gli ospiti, verrà organizzata una claque stile festa, con centinaia di bandiere italiane e del Pdl. Sul palco sfileranno i 48 candidati del Pdl al consiglio comunale. Non manca l’accompagnamento musicale: Iva Zanicchi canterà un super classico: O mia bela Madunina.
Nel 2001 il candidato Silvio Berlusconi prese 2473 preferenze, buona performance per il consiglio comunale. Nel 2006 fece il botto: 53mila preferenze. Talmente tante che adesso rischia di sfigurare nel confronto.

Lui lo sa e non lo nasconde: «Ho valutato i rischi di una cosa di questo genere, ma allora erano momenti in cui avevo fatto una campagna elettorale sul territorio, cosa che quest’anno, essendo al governo, non ho potuto assolutamente fare».

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