E nei progetti resta il Belgio

Nostro inviato a Londra

Fulvio Conti, amministratore delegato Enel, non ha ancora rinunciato al sogno belga: la sconfitta registrata con Suez (o meglio, con il governo francese, sceso in campo in difesa di Suez) «gli è rimasta sul gozzo», come ha detto nei giorni scorsi uno che lo conosce bene. E le vendette sono piatti che vanno mangiati freddi, o almeno tiepidi. Come? Innanzi tutto ha colpito che nella presentazione del piano strategico del periodo 2007-2011, la seconda slide (dopo la Spagna) che illustrava le aree più importanti per l’espansione in Europa non indicava la Slovacchia con le sue centrali nucleari e la sua posizione strategica, ma «Francia e Belgio». In secondo luogo la slide indicava il fatto che già oggi Enel è presente in Francia e che sta costruendo nuove partnership. Ma soprattutto nella conferenza stampa seguita alla presentazione del piano, Conti ha detto che è in progetto la costruzione di una nuova centrale a gas in Belgio, mercato strategico perché permette di vendere energia in Paesi confinanti come Germania e Francia.
Insomma, cacciata dalla porta, Enel rientra dalla finestra. Con un particolare importante: Endesa Italia. La controllata del gruppo spagnolo probabilmente non creerà problemi sul fronte dell’Antitrust («In Nord Italia Edf vende già più energia sul mercato libero di quanto non facciamo noi», ha ricordato ieri Conti a chi gli chiedeva se prevedeva intoppi sul quel fronte), ma nessuno si nasconde che ci saranno sicuramente «grane» sul fronte politico.

Così (anche se per il momento è prematuro fare qualsiasi previsione) se Enel conquisterà Endesa, la filiale italiana potrebbe entrare in uno scambio di asset: a Suez-Electrabel potrebbe venir offerto di entrare nel nostro Paese attraverso Endesa, in cambio ovviamente di asset in Belgio.

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