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E nel centro di Bagdad è strage: 95 morti

Appena tre settimane fa il premier iracheno Nouri al Maliki aveva dato l’ordine di rimuovere le barriere anti-bomba in cemento armato dalle vie di Bagdad: «la sicurezza ormai non è più un problema», aveva spiegato un alto ufficiale dell’esercito. Ieri però una serie di attentati a catena ha sconvolto nuovamente la capitale. Il bilancio, ancora provvisorio, è sanguinoso: almeno 95 morti e oltre 550 feriti. È il più grave attacco nella capitale dal febbraio del 2008. A colpire sono stati due camion bomba, la stessa micidiale arma utilizzata nell’attentato alla sede delle Nazioni Unite che esattamente sei anni fa causò la morte di 22 persone, tra cui l’inviato speciale dell’Onu Sergio Vieria de Mello.
Difficile dire se l’anniversario e l’appuntamento elettorale afghano siano una semplice coincidenza, ma la strage solleva nuovi dubbi sulla capacità delle autorità irachene di gestire la sicurezza dopo il ritiro delle forze Usa dai centri abitati, lo scorso giugno. Obiettivo degli attentati due ministeri, quello delle Finanze e quello degli Esteri, nel cuore della capitale. Una dimostrazione che i terroristi sono in grado di colpire ovunque. Nel primo caso, l’esplosione, poco dopo le 10.45, è stata così potente da provocare il crollo di un tratto di decine di metri del viadotto che costeggia l’edificio. Molte delle vittime erano a bordo di auto cadute nel vuoto, altre erano all’interno del ministero. Quasi contemporaneamente è esploso il camion davanti al ministero degli Esteri, nei pressi della super fortificata zona Verde, dove hanno sede il Parlamento e il governo, nonché numerose ambasciate di Paesi occidentali. La facciata e gran parte dell’interno dell’edificio sono stati investiti in pieno.
A poca distanza c’è anche l’hotel Rashid, che abitualmente ospita funzionari governativi, giornalisti e uomini d’affari stranieri, e che, come numerosi altri edifici vicini, è stato notevolmente danneggiato. E non è tutto, esplosioni sono state registrate anche in altre quattro zone della città. In un comunicato, il portavoce del comando delle operazioni di sicurezza a Bagdad, generale Qassim Atta, ha attribuito la responsabilità degli attacchi «all’alleanza» tra Al Qaida e nostalgici del partito Baath, del regime di Saddam Hussein. Atta ha inoltre riferito dell’arresto di due persone, «terroristi emiri di Al Qaida», che erano su un’autobomba che intendevano far esplodere nel quartiere al Mansour.

Un altro camion bomba nella zona del ministero degli Esteri, ha aggiunto, è stato disinnescato dalle forze di sicurezza.

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