E oggi si fermano i tassisti: garantite solo le emergenze

La protesta dalle 8 alle 22 Grassi: «Sarà un’estate calda»

E oggi si fermano i tassisti: garantite solo le emergenze

Se il governo andrà per la sua strada, senza modificare con aggiunte e precisazioni il testo di legge sulle liberalizzazioni prima di presentarlo in Parlamento, quella che si avvicina potrebbe essere ancora un’estate calda per il trasporto taxi. Intanto oggi tutti i tassisti milanesi (4mila 855 vetture) aderiranno allo sciopero nazionale, incrociando le braccia dalle 8 alle 22. Saranno garantiti solo i servizi minimi essenziali per anziani, disabili e situazioni d’emergenza (trasporti in ospedali e cliniche) dall’aeroporto di Linate, dalla stazione Centrale, dai parcheggi di piazza Duomo e di piazza San Babila.
«Potrebbe essere un’estate addirittura peggiore di quella dell’anno scorso - spiega Raffaele Grassi, presidente del Satam e consigliere comunale per la Lista Di Pietro -. Non è possibile introdurre servizi di trasporto innovativi e presentare un disegno di legge il cui testo è nebuloso, aleatorio, non definisce con precisione le figure professionali, il tipo di servizio, con quali mezzi può e deve essere autorizzato e non specifica nemmeno la territorialità».
«Si chiede al Parlamento di approvare questo disegno di legge salvo poi riservare al ministero dei Trasporti l’obbligo d’inserirvi i contenuti mancanti - dichiara Marco Luisi, presidente di Confartigianato taxi -. Praticamente il Parlamento deve approvare una scatola vuota che qualcuno poi dovrà, se lo ritiene opportuno, riempire. E, francamente, ci sembra una delle solite scorciatoie, dei soliti tentativi attuati dal governo di far rientrare dalla finestra ciò che non è riuscito a far passare dalla porta. È vero che il testo emendato dalla decima commissione è pieno di lacune, che non specifica né le categorie né le utenze interessate... Come se non avessimo abbastanza abusivi in questo lavoro! Se il testo rimane così tutti potranno guidare i taxi: autonoleggiatori, fattorini d’albergo.

Per questo il senso di responsabilità deve prevalere: il governo deve lanciare un segno di buona volontà. Chiudere la vertenza è possibile, non vedo baratri. Ma se il governo andrà per la sua strada sarà un’impresa ardua gestire la categoria».

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