E ora Marchionne ha pronto un colpo di Cnh in Giappone

Il numero uno del Lingotto starebbe aumentando la quota della società Fiat nella nipponica Kobelco

Pierluigi Bonora

da Milano

In attesa del 24 luglio, quando il consiglio di amministrazione della Fiat approverà i dati del secondo trimestre e l’amministratore delegato Sergio Marchionne farà il punto sulle alleanze industriali, non mancano gli spunti per cercare di capire in quale direzione il Lingotto ha deciso di rafforzarsi. Sotto i riflettori sono buona parte delle divisioni, in particolare Auto, Powertrain Technologies (motori e cambi), Iveco e Cnh. E proprio quest’ultima potrebbe riservare, secondo quanto risulta al Giornale, un’importante novità. Gli ultimi frequenti viaggi di Marchionne negli Stati Uniti sarebbero infatti serviti per affinare un accordo con Kobelco. Si tratta di uno dei più importanti produttori al mondo di escavatori, con una forte presenza in Asia e quartier generale in Giappone. La storia con Fiat risale al 2002, quando Paolo Monferino, allora numero uno di Cnh, chiuse un accordo per entrare con il 10% nel capitale del colosso nipponico. In un secondo tempo la quota fu raddoppiata al 20%. E oggi si starebbe lavorando per rendere ancora più forte il rapporto azionario. Dovrebbero invece restare immutati i rapporti nella comune società in Usa.
A proposito di Asia, Ratan Tata, presidente della multinazionale indiana omonima con cui la Fiat ha avviato una partnership a tutto campo, sta valutando la possibilità di un’intesa per la produzione congiunta di automobili nello stabilimento italiano di Kurla, nell’India Occidentale. Tata ha in pratica confermato quanto anticipato in marzo al Giornale dal suo direttore generale Ravi Kant, il quale aveva definito «possibile» l’ipotesi di utilizzare la fabbrica che in questo momento rappresenta un problema per il Lingotto.
«È un accordo di ampio respiro che verrà sviluppato secondo le esigenze, piuttosto che in base a obblighi contrattuali - ha dichiarato Tata ieri all’assemblea annuale del suo gruppo -: le due società stanno ancora studiando le opzioni e l’intesa potrebbe essere estesa ai marchi Alfa Romeo, Maserati e Ferrari». Tra Fiat e Tata sarebbero in corso anche trattative sulla fornitura di motori prodotti dalla casa italiana e indispensabili agli indiani in vista dei piani di espansione sui mercati occidentali. Inoltre a mister Tata non dispiacerebbe poter utilizzare anche la fabbrica Fiat di Cordoba, in Argentina. Nessuna novità, invece, in casa Iveco. La firma dell’accordo con i cinesi di Saic sarebbe stata posticipata per consentire alle parti di lavorare meglio sui dettagli di un’intesa grazie alla quale la società guidata da Paolo Monferino si rafforzerà sotto la Muraglia anche nei Tir.
Da segnalare, infine, il blocco dell’attività di diversi siti di Fiat Auto, Iveco e Marelli a causa del mancato arrivo di componenti dalla Cf Gomma, di Brescia, dove è in corso uno sciopero.

L’agitazione bresciana arriva in concomitanza con il sì dei lavoratori Fiat della provincia di Torino all’integrativo siglato tra azienda e sindacati. Ieri il titolo Fiat ha guadagnato l’1,9% anche sulla scorta del «buy» suggerito da Goldman Sachs.

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