E ora niente promozione per chi «marina» o occupa

Le mamme tireranno un sospiro di sollievo. Oggi i loro bambini, grandi e piccoli, rientrano in classe, dopo il lungo ponte delle vacanze di Natale che in Sicilia e in Piemonte ha raggiunto il record di 18 giorni consecutivi. Le scuole di ogni ordine e grado riapriranno i portoni a otto milioni e 900mila alunni e oltre 800mila insegnanti. E fino a Carnevale non si parlerà più di vacanze.
Ma forse questo sarà l’ultimo anno in cui i ragazzi approfitteranno di assenze più o meno ingiustificate. È in arrivo una novità per gli studenti delle superiori. Da settembre 2010 prende il via la riforma dei licei e degli istituti tecnici e professionali voluta dal ministro Mariastella Gelmini che contiene l’obbligo di frequenza di tre quarti dell’orario annuale. Se lo studente diserta la scuola senza motivi più che validi (malattia prolungata) non potrà partecipare allo scrutinio finale. Insomma, sarà automaticamente bocciato. La regola è già prevista per gli studenti delle medie inferiori ed è entrata in vigore nel 2004, ai tempi dell’ex ministro Letizia Moratti. Ora si completa il quadro: alle superiori bigiate di massa, scioperi fantoccio e occupazioni dovranno essere dosati con cura dagli studenti. Per gli assenteisti incalliti e ingiustificati, infatti, non ci saranno scuse. Il regolamento parla chiaro: «Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza determina l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale di ciclo».
Con la nuova regola, ad esempio, un alunno di quarta ginnasio che, con la riforma, avrà un orario complessivo di 891 ore, dovrà essere in classe per almeno 668 ore o il suo anno scolastico non sarà considerato valido. E non potrà accedere agli scrutini. Soltanto in casi eccezionali e certificati (ad esempio una lunga assenza per malattia) si potrà derogare. In questo caso, saranno le singole scuole a valutare la possibilità di ammettere gli alunni interessati agli esami.
I dirigenti scolastici aspettavano con ansia questa disposizione soprattutto perché a fine anno sono molti gli studenti che preferiscono studiare a casa anziché frequentare e le classi degli anni della maturità si svuotano in modo desolante. La stessa cosa avviene durante le vacanze «non autorizzate», come la tradizionale settimana bianca durante la quale almeno tre giorni di studio sono bruciati in nome della neve. E per evitare il fuggi-fuggi abusivo, molte scuole quest’anno si sono attrezzate. Almeno il 20% degli istituti si fermeranno anche in occasione della fine del Carnevale: così è stato deciso in Alto Adige, in Campania, in Veneto e in Valle d’Aosta. Non sono pochi i singoli istituti (soprattutto al Nord) che, avvalendosi dell’autonomia, hanno deciso di sospendere le lezioni sempre in corrispondenza del Carnevale venendo incontro alle richieste giunte spesso dagli stessi studenti. In questi casi per rispettare la necessità di svolgere i 200 giorni di lezione minimi, richiesti dal Miur per rendere legale l’anno scolastico, gli stessi collegi dei docenti hanno provveduto ad anticipare di qualche giorno l’inizio dell’anno scolastico o posticiparne il termine previsto tra la prima e la seconda decade di giugno.
Per godere della pausa successiva, quella pasquale, studenti e docenti dovranno invece attendere la fine di marzo. E anche in occasione della Pasqua del 2010 la pausa record toccherà alle scuole del Piemonte, che chiuderanno gli istituti dal 1° al 10 aprile. La maggior parte degli istituti chiuderà invece lunedì 29 marzo; altri giovedì 1° aprile. E quasi tutti riapriranno il 6, il giorno dopo il lunedì dell’Angelo. A giugno le scuole chiuderanno dal 5 al 12 e gli esami di maturità inizieranno il 22.
Le nuove regole sulle assenze non sono le sole novità introdotte dalla riforma.

Alle superiori è prevista una stretta sugli indirizzi nei licei, che presto saranno cinque in tutto: classico, scientifico, musicale-coreutico, linguistico, delle scienze umane; negli istituti tecnici gli ambiti di studio saranno due, economico e tecnologico, suddivisi in undici indirizzi. Saranno previste più ore di lingua e anche al liceo classico si studierà inglese per tutti e cinque gli anni. Allo scientifico sparisce invece il latino nell’indirizzo tecnologico.

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