Economia

E ora il popolo dei mutui si attende il ribasso

Il popolo dei mutui si attende ora una riduzione della rata mensile, come effetto del calo dei tassi interbancari legato alla decisione della Bce, che si aspetta che «questo taglio sia tradotto in un taglio da parte del sistema bancario - ha affermato Lorenzo Bini Smaghi, componente del board Bce - ai mutui e agli altri prestiti». L’Euribor a tre mesi, infatti, ha toccato ieri i minimi da due anni al 3,669% mentre l’equivalente a una settimana è sceso al 2,868% e quello a sei mesi ha toccato il 3,710%, il livello più basso dal novembre 2006. Dal canto suo, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti rimanda direttamente alle banche: «Noi abbiamo fissato come base il tasso Bce, sopra le banche ci metteranno il ricarico, ma tutto sarà fatto in modo assolutamente trasparente». Ma i consumatori mettono le mani avanti: per il Codacons il taglio deciso ieri «dovrebbe determinare un abbassamento medio di 400 euro all’anno per un mutuo a tasso variabile». Secondo l’associazione, poi, «ora la priorità è rappresentata dai mutui a tasso fisso». Per Adusbef e Federconsumatori, inoltre, se venisse eliminato il differenziale del costo del denaro tra le banche italiane e quelle europee, ci sarebbe un ulteriore risparmio. «È vero che le banche europee sono più efficienti - spiega Roberto Anedda, direttore di Mutuionline - ma anche in Italia esistono istituti che offrono le stesse favorevoli condizioni: bisogna avere la pazienza di cercare e confrontare. D’altra parte, il mutuo oggi ha orizzonti temporali più ampi rispetto al passato: la media non è più 15 ma trent’anni. È chiaro che le condizioni economiche in un arco di tempo così lungo possono modificarsi più volte, quindi anche il tasso fisso conveniente all’inizio può diventare meno vantaggioso in seguito: esiste però la portabilità, cioè si può spostare il mutuo a una banca che applica uno spread più favorevole.

Lo spread diventerà un elemento ancor più determinante dal 2009, quando le banche potranno offrire mutui agganciati non più all’Euribor ma al tasso Bce: in una situazione normale, comunque, la differenza non è mai troppo elevata».

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