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E Osama ora trova seguaci anche a Gaza

L’intelligence israeliana in stato d’allarme. I terroristi potrebbero infiltrarsi dal Sinai

Sono già a Gaza o è solo un bluff per sfruttare al massimo le ansie e le paure generate dal ritiro israeliano e inserire anche Al Qaida tra i protagonisti del grande gioco? Da ieri, quando il numero due di Al Qaida Aywan, l’egiziano Al Zawahiri, è comparso su al Jazeera, gli uomini dello Shin Bet impegnati nella Striscia di Gaza e gli operativi del Mossad al lavoro in Egitto sono in stato d’allarme. Le accuse al presidente palestinese Abu Mazen di essere «un secolarista passato da un fallimento all’altro», l’invito ai palestinesi «a non seguire la politica» dell’Autorità nazionale palestinese arrivano a 48 ore dalla comparsa di un video in cui si annuncia l’entrata in azione nella Striscia di Gaza della prima cellula di Al Qaida. L’annuncio firmato dalla sconosciuta “Al Qaeda-Palestina, Brigate della Jihad nella terra di confine” è comparso su un sito utilizzato sia dagli attentatori di Madrid, sia dalla Al Qaida irachena di Abu Moussab Al Zarqawi. Nel filmato si rivendica il lancio, effettivamente avvenuto sabato notte, d’alcuni missili contro gli insediamenti di Neve Dekalim e Gunei Tal nella Striscia di Gaza.
Fino a ieri gli esperti dell’intelligence dell’esercito israeliano non attribuivano troppa importanza al documento anche se l’accento dei militanti mascherati era chiaramente palestinese. Il lancio di missili contro gli insediamenti non si differenzia dall’attività delle altre organizzazioni armate - sostenevano le fonti dell’esercito - mentre Al Qaida tende solitamente a esordire con azioni particolarmente sanguinose o simboliche. Inoltre gli esperti sottolineavano come sia la Jihad islamica sia Hamas abbiano sempre evitato qualsiasi contatto con uomini di bin Laden. Fino a ieri quel video veniva dunque liquidato come un’operazione propagandistica dove Al Qaida poteva tutt’alpiù aver pagato alcuni militanti allo sbando della Brigate al Aqsa. Dopo le parole rivolte da al Zawahiri ai palestinesi e gli inviti a rifiutare qualsiasi riconciliazione con Israele il tutto assume sembianze diverse.
Video e messaggio arrivano a una settimana dalla comparsa, sempre su internet, di un nuovo mensile di al Qaida dal singolare titolo “La punta della gobba del cammello” in cui si giustifica ideologicamente la necessità di attaccare Israele. In questo contesto gli accenni di Al Zawahiri risuonano come chiamata alle armi.
Secondo altre fonti d’intelligence israeliana, Al Qaida potrebbe infiltrarsi sfruttando i santuari di El Arish, la città egiziana del nord del Sinai, 40 chilometri a sud-ovest di Gaza. Da quella zona passano i tunnel utilizzati per introdurre armi, missili ed esplosivi diretti ai gruppi palestinesi. Da lì potrebbero passare anche gli emissari di Al Qaida incaricati di conquistare gli esponenti più estremisti della lotta armata palestinese contrari a ogni tregua per accelerare e agevolare il ritiro israeliano.

La presenza di Al Qaida a El Arish era stata segnalata dal Mossad già qualche mese prima dell’attentato dello scorso ottobre a Taba.

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