E Di Pietro torna a chiedere un tribunale politico per il G8

Il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro torna a parlare del G8 di Genova e spiega, sul suo blog, perchè l’Italia dei valori preferisce che ad «accertare fatti penalmente rivelanti» sia la «magistratura» piuttosto che «una commissione di inchiesta che per definizione è di parte e dipende dalla maggioranza numerica del momento». «Diversi nostri lettori - spiega Di Pietro - ci hanno chiesto le ragioni per cui l’Italia dei valori ha votato contro la costituzione di una commissione di inchiesta sulle violenze del G8 di Genova. Assicuro che noi dell’Italia dei valori abbiamo sempre sostenuto la necessità di fare piena luce sui fatti verificatisi in occasione del G8 di Genova e soprattutto di ben individuare le responsabilità a tutti i livelli di quanto è accaduto. Noi pretendiamo e continueremo a pretendere la verità sulle responsabilità politiche». «Ciò che ci ha lasciato a suo tempo perplessi - prosegue Di Pietro - è che ad accertare fatti penalmente rilevanti potesse essere un organo parlamentare quale la commissione di inchiesta, che per definizione è di parte e dipende dalla maggioranza numerica del momento, e non invece la magistratura, che essendo terza garantisce migliore obiettività circa il risultato, a cui poi poteva e ben può affiancarsi una commissione di indagine».
«La commissione parlamentare di indagine - incalza il leader dell’Idv - che noi auspichiamo, invece, avrebbe compiti di sola valutazione politica sulla base dei risultati di indagini acquisite dalla magistratura senza interferenze e nel rispetto della diversità dei ruoli». «Oggi -conclude Di Pietro- a distanza di solo pochi mesi, possiamo dire che i fatti hanno dimostrato che le nostre preoccupazioni erano fondate.

La magistratura ha processato e sta processando i responsabili mentre la commissione di inchiesta sul G8 di Genova, se costituita, sarebbe oggi nelle mani blindate di chi nel 2001 aveva la responsabilità dell’ordine pubblico».

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