E poi dicono che la giustizia in Italia è lenta

E poi dicono che la giustizia in Italia è lenta. Il 21 dicembre scorso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha chiesto alla Procura di riesaminare il caso Visco, che non è proprio una multa per sosta vietata, ma le (presunte) pressioni di un viceministro sul comandante generale della Guardia di Finanza. Roba che ha fatto tremare il governo, insomma roba da trattare con la massima cura, tanto che il giudice ha dato novanta giorni di tempo. Invece, oplà: il 7 gennaio la Procura ha già approfondito e riesaminato, Visco è innocente. Dal 21 dicembre al 7 gennaio ci sono diciotto giorni, praticamente tutti occupati dalle vacanze di Natale. Ma evidentemente - e poi dicono che i magistrati non lavorano - in Procura hanno approfondito e riesaminato tra una fetta di panettone e una discesa con gli sci.
E poi dicono che i pm non sono garantisti. Già una prima volta la Procura aveva detto che Visco non va neppure processato anche se il suo comportamento è stato «illegittimo». Il giudice, che è super partes, dice: ma siete sicuri?, indagate bene. E la Procura, che di solito rappresenta la pubblica accusa, replica ora: sicurissimi, l’indiziato è innocente.
E poi dicono che quelli delle Procure ce l’hanno con i politici.

Visco è un politico, no? Eppure la pubblica accusa non l’accusa, lo difende. E l’assolve a tempo di record.
Sarà mica perché Visco è di sinistra? Ma no, dài: se no, poi dicono che quelli di centrodestra sono faziosi. G.

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