E «Repubblica» si incarta nel copia-incolla

RomaProbabilmente affetta dalla sindrome-stampa-estera, Repubblica ripropone rivelazioni già rivelate, pubblica notizie già pubblicate, rimastica news già digerite. L’ultimo piatto forte: una mortadella, sì, ma stagionata quella offerta ai lettori di largo Fochetti la scorsa domenica. C’era da fare gli auguri alla Mortadella con la «M» maiuscola, il professor Romano Prodi, in procinto di soffiare su 70 candeline in quel di Debbio, nel castellozzo che sorge nel cuore dell’Appennino reggiano. L’inviato di Ezio Mauro sparge il Professor-pensiero in mezza pagina piena di virgolettati: «Berlusconi? Piatto vuoto, senza sapore». E ancora: «Ha cambiato l’Italia grazie anche alle sue tv e vinto le elezioni del 2008 perché rappresenta lo spirito della maggior parte delle persone. Ma si può cambiare». E per finire, via con l’ontologia dell’insaccato, suo storico nomignolo: «La mortadella? Una eccezionale specialità di Bologna. La città detta “la Dotta e la Grassa”. Amo questi due appellativi, segni di due grandi identità... La mortadella è un insaccato della tradizione, appartiene alla gente semplice, ai lavoratori». Uno strabiliante mix di gastronomia nazional-popolare e di politica alta e nobile, con la sapiente aggiunta della chicca sullo statista teutonico: «Io e Helmut Kohl ci siamo sempre capiti benissimo. Abbiamo un retroterra simile, l’educazione cattolica. Io l’ho sempre ammirato per come semplificava problemi enormi. Fino ad arrivare a un sì o ad un no».
Roba gustosa, stuzzicante, per palati fini. Peccato che tutti gli ingredienti fossero già stati abilmente cucinati da un collega tedesco, Niclas Müller della ADAC reisemagazin, che ha intervistato Prodi tra maggio e giugno: «Emilia Romano», il titolo del botta e risposta riportato integralmente dal sito www.romanoprodi.it e probabilmente saccheggiato dal cronista di Repubblica. Niente di male, in fondo i giornali si fanno (anche) con i giornali. Ne è la dimostrazione la corazzata debenedettiana guidata da Ezio Mauro che da mesi lancia e rilancia pillacchere di fango sul premier a mezzo stampa (estera). Funziona così: Repubblica fa partire la campagna anti-Cavaliere con la strategia del materasso, i media di mezzo mondo scopiazzano da lì e Repubblica a sua volta riprende, riporta, ripete. In una sorta di eco infinita, dando voce a tutti: Mirror, Guardian, Observer, Mundo, ma anche Toronto Star e New Zealand Herald. Si dirà: così fan tutti o quasi.

Vero, visto che appena un mesetto fa il per definizione «autorevole» Times di Londra riprese ampie dosi di veleno sputato in faccia al premier italiano dalle pagine dell’Espresso. Un copia incolla bell’e buono come quello del Sunday Times. Dal Tevere al Tamigi e ritorno: piombo anti Berlusconi in Italia, traduzione in inglese del newspaper di turno, riproduzione immediata qui da noi.

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