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E se alla fine il Festival lo vincesse Amici?

Stasera Maria De Filippi ospite principale. Marco Carta con "La forza mia" è nei favoriti

E se alla fine il Festival lo vincesse Amici?

Sanremo - Sta a vedere che succede proprio così: Amici vince il Festival di Sanremo (e intanto se ne vanno Dolcenera e i Gemelli diversi, fra le proposte vince Arisa). E dire che prima sembrava solo un sospetto pure malizioso, sapete, per la storia che stasera Maria De Filippi, cioè la conduttrice di Amici, sarà ospite proprio qui sul palco che da sempre è off limits per Mediaset. Va bene, si diceva, però vuoi mica che capiti proprio così, questa è fantamusica, fantasanremo, fantatutto. E invece al quinto giorno di Festival si possono pure tirare le conclusioni, a prescindere da chi poi si porterà a casa la vittoria formale e salirà sul gradino numero uno. E in poche parole Marco Carta, che gioca tra gli Artisti, e Karima, ossia una delle nuove proposte, sono stati quelli che hanno catalizzato le attenzioni più trasversali, andando a stuzzicare sia il pubblico affezionato al Festival – e va bene – sia quella parte di telespettatori più giovani che altrimenti al Festival non pensano neppure perché non ci trovano i volti, le note e gli slogan che caratterizzano la loro età.

D’altronde, Marco Carta l’anno scorso ha vinto Amici davanti a un pubblico oceanico e quest’autunno ha fatto un giro nelle scuole italiane ritrovandosi ad applaudirlo non solo gli studenti ma pure i professori. Roba d’altri tempi, anche perché lontanissimo dalle fregole sensazionalistiche scatenate dai vincitori dei reality show. Qui si parla di gloria conquistata con il talento perché Marco Carta potrà piacere oppure no, e a molti non piace il suo carattere ispido e imprevedibile. Però è uno che sa cantare, mette mano alla composizione dei brani e sul palco fa la sua figura. Insomma, la fama di Amici è un fenomeno tipo quello che incoronava cinquant’anni fa gli sconosciuti che vincevano Lascia o raddoppia e venivano ricoperti di bene, bravo, bis perché il loro successo era frutto del merito, mica solo della bella faccina o dei pettorali.

E Karima è diventata un idolo – talvolta bisogna pur dirlo: un idolo televisivo – partecipando allo show di Maria De Filippi nell’edizione del 2006. L’origine dunque del loro successo qui a Sanremo parte proprio da lì e non è un caso ritrovarseli insieme in testa all’elenco dei vincitori, effettivi o semplicemente morali non importa. In più c’è pure Maria De Filippi in persona, che Dagospia chiama «Maria la Sanguinaria» e gratifica spesso di perfidi commentini, eppure dimostra di avere una sensibilità artistica che molti mammasantissima della tv se la sognano. Insomma, parodiando Chiambretti, comunque vada, Amici ha conquistato il Festival. Ed è un gioco legittimo, mica uno sbarco di soppiatto: Marco Carta e Karima sono musicisti che hanno il loro peso specifico ed era impossibile per la commissione del Festival di Sanremo guidata da Paolo Bonolis e Gianmarco Mazzi far finta di niente come se fossero semplici meteore televisive. E così il risultato è stato che adesso anche la casalinga di Voghera, prototipo dello spettatore sanremese, li conosce benissimo. I bookmakers di Sisal Matchpoint dicono che Marco Carta, che canta La forza mia, è il favorito per la finale di stasera nella categoria Artisti. E diciamola tutta, il televoto potrebbe avere una funzione determinante soprattutto a suo vantaggio visto che, stando alle indiscrezioni, è in gara per il successo finale con volti che televisivamente hanno meno appeal di lui, come Fausto Leali o Dolcenera (ormai si dice appeal, dimenticate l’indice di gradimento dei tempi di Nunzio Filogamo).

E Karima è stata in testa ai pronostici fin dalla prima sera grazie a un brano, Come in ogni ora, che è letteralmente perfetto, un pop non a caso prodotto e arrangiato da Burt Bacharach che è il Sivori della musica leggera.

E allora ecco perché la chiave di questo Sanremo è semplicemente questa: ha vinto la musica che non ha più bandiere televisive e chissenefrega se un artista viene dalla concorrenza (ma quanto tempo c’è voluto per capirlo, accidenti).

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