Leonardo si è presentato con eleganza al popolo interista. Nonha rinnegato il suo passato milanista meritandosi il rispetto delle persone intelligenti e il silenzio degli ultrà che speravano di trascinarlo lungo la china dell'abiura. Ha promesso di rispettare eventuali critiche alla sua scelta, ha raccontato d'aver parlato con Galliani prima di firmare, ha evitato di ripetere parole spigolose nei confronti di Silvio Berlusconi.
Massimo Moratti lo ha ascoltato incassando parole di stima e di amicizia, promettendogli in cambio qualche intervento sul mercato per puntellare la squadra. Fin qui tutto bene, tutto ok, tutto favoloso. Poi il presidente ha raccontato (fonte Gazzetta dello Sport) qualche retroscena che sembra fatto apposta per spiegare in ritardo il suo gelido rapporto con Benitez. «Volevo portare Leonardo all'Inter fin dall'estate» la sua frase simbolica che da un lato spiega la data della passione per il brasiliano di scuola milanista e dall'altra racconta l'inevitabile incomprensione con Benitez, suggerito da Branca, e dal figlio Angelomario.
«Quando fu sul punto di diventare allenatore del Milan, davanti ai suoi mi chiese: mi vogliono far fare l'allenatore, non so. E io gli risposi: ma no, sei così bravo a fare il dirigente...»: ecco il secondo passaggio chiave del retroscena raccontato da Moratti ai primi dell'anno.
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