E se qualcuno li sgombera ritornano come rapinatori

L’ultimo tentativo di sfrattare un centro sociale si è concluso - per il Comune - in modo inglorioso. I fatti risalgono a un anno fa, e riguardano il Cox, meglio noto come «Conchetta», dal nome della via - numero civico 18 - che poco volentieri lo ospita.
La prima occupazione di quello stabile di proprietà comunale risale al 1988. L’anno scorso, all’alba del 22 gennaio, lo stabile fu liberato dalle forze dell’ordine e restituito al Comune. Un blitz che scatenò anche polemiche politiche sulla paternità della decisione di eseguire lo sgombero. Il capogruppo del Pd dichiarò di non comprendere «le ragioni che hanno portato a sgomberare il Cox», augurandosi di tornare a vedere il centro sociale attivo. Mentre Luciano Muhlbauer, consigliere regionale prc giudicava «di una gravità inaudita» l’accaduto, «sintomo del veloce degrado civile e morale che investe Milano». Ma furibonda e immediata fu la reazione degli autonomi. Partì un corteo verso Palazzo Marino. La piazza transennata, con una presenza massiccia di carabinieri in tenuta antisommossa. I manifestanti lanciarono potenti petardi nei pressi del municipio. Circa 300 i partecipanti, con cori e insulti contro amministratori e forze dell’ordine. I manifestanti occuparono la strada bloccando i tram. In seguito altre manifestazioni contro lo sgombero si sono susseguite, con devastazioni e danni per le vie del centro, fino a quando, un mese dopo lo sgombero, il Conchetta fu rioccupato. È bastata un po’ di fiamma ossidrica.

Un’azione da rapinatori, e poi tutto è tornato come prima. E nel marzo 2009, al Conchetta, Manolo Morlacchi, oggi in carcere per le nuove Br, ha presentato il suo libro - «Fuga in avanti» - alla presenza dell’ospite Renato Curcio.

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