Hanno ridotto di un terzo lacquisto di carne, di un quinto la spesa per il pesce e di un terzo quello di latticini. Combattono la crisi a colpi di «maxi offerte», «supersconti» e prodotti dei discount, finché ce la fanno. Chiedendo aiuto a Banco alimentare, opere, sportelli Caritas e altro, quando hanno raggiunto il fondo. Sono 140mila le famiglie, pari al 3,5% del totale, che si trovano in condizione di povertà alimentare: possono spendere solo 140 euro al mese contro le 500 delle media nazionale.
La crisi sta mettendo in ginocchio sempre più lombardi: da 315mila del 2007 si è passati a 340mila nel 2008. Sono quindi 25mila i nuovi poveri, contro 1600 persone che sono riuscite a uscire dalle situazioni di bisogno grazie allaiuto dei 1153 enti non profit lombardi censiti dallOres, Osservatorio regionale dellesclusione sociale. Di tutti gli assistiti, 200mila ovvero il 63% sono stranieri, 190mila, ovvero il 60% donne, di cui 130mila straniere. «Quello che colpisce di più di questo rapporto - spiega Luca Pesenti, direttore dellOsservatorio - è laumento delle donne, sole o con bambini, che si sono rivolte ai centri di aiuto. Questo significa che divorzi e separazioni non sono a costo zero, ma portano con sé conseguenze drammatiche». Come si diventa poveri? Tra le principali cause la scarsità di reddito è la mancanza o perdita di lavoro (24,2%), motivi di salute (16,7%), dipendenze (9,8%). Le categorie più a rischio? Tra gli stranieri sia i minorenni (30% del totale immigrati nella regione), sia gli adulti, mentre tra gli italiani i maggiorenni (72%). Linsieme degli stranieri clandestini con permesso di soggiorno scaduto fa registrare un indice di condizione di bisogno pari al 59,6% che scende, invece, al 26,3% tra coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana.
Parallelamente cresce anche la carità in Lombardia: gli enti non profit sono aumentati del 10% rispetto al 2006, raggiungendo quota 1513. Solo nellultimo anno hanno erogato 67.052 prestazioni tra mense, farmaci, unità di strada, con una media di 8500 al giorno. E dire che la Lombardia è tra le regioni più ricche dItalia, dopo Veneto, Toscana e Marche. Per contro il più alto tasso di povertà si registra in Basilicata (9,1%), Liguria (7%) e Sicilia (6,8%).
Ottimista il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «La crisi cè e si sente, ma i dati dipingono un quadro meno drammatico di quanto qualcuno vorrebbe dipingere. Abbiamo attuato una serie di politiche per aiutare i ceti più disagiati».
Non la vede così Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in consiglio regionale, «Formigoni minimizza ma invece di autoconsolarsi dovrebbe prendere provvedimenti immediati e più incisivi. Qui si tratta di prendere atto che alla povertà si aggiunge un 20% di popolazione che fatica ad arrivare alla quarta settimana».
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