E, unaltra volta, dalle poltroncine di Palazzo Spinola i consiglieri si alzano in anticipo e se ne vanno a casa. Ieri, poco dopo le diciotto, il consiglio provinciale si è concluso per l'ennesima mancanza del numero legale. Stavolta il presidente Repetto non c'era e non ha perso le staffe con un paio di mercoledì fa. A non essere presenti, in gran parte erano però ancora quasi la metà dei rappresentanti del centrosinistra e soltanto alcuni del centrodestra. Così la mozione sulle tessere sconto famiglie, presentata proprio dal Pd, non si è potuta discutere. E sarà messa all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale. «Curioso - dice Paolo Bianchini (Pdl) - che il centrosinistra, a suo tempo, avesse criticato la social card del governo e adesso ne proponga una in formato locale. Incredibile, poi, che, quando noi del centrodestra eravamo decisi a votare a favore della proposta siano poi mancati gli esponenti della maggioranza».
«Come delegato al carovita - aggiunge il capogruppo di Rifondazione Benzi - abbiamo cominciato a realizzare una convenzione con gli ottici della provincia e proseguiremo su questa linea pure con la grande distribuzione per calmierare i prezzi, ma soltanto per le fasce deboli. Prezzi calmierati e sconti soltanto per chi presenta l'Isee al di sotto di una certa fascia. Non per tutti indiscriminatamente». Ieri si è discusso pure sull'eliminazione della Cosap. Il canone di concessione per i passi carrabili che Alfonso Gioia, Udc, ha chiesto di cancellare anche per fare fronte alla crisi delle famiglie.
E la social card fatta in casa slitta ancora
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