E la social card fatta in casa slitta ancora

E, un’altra volta, dalle poltroncine di Palazzo Spinola i consiglieri si alzano in anticipo e se ne vanno a casa. Ieri, poco dopo le diciotto, il consiglio provinciale si è concluso per l'ennesima mancanza del numero legale. Stavolta il presidente Repetto non c'era e non ha perso le staffe con un paio di mercoledì fa. A non essere presenti, in gran parte erano però ancora quasi la metà dei rappresentanti del centrosinistra e soltanto alcuni del centrodestra. Così la mozione sulle tessere sconto famiglie, presentata proprio dal Pd, non si è potuta discutere. E sarà messa all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale. «Curioso - dice Paolo Bianchini (Pdl) - che il centrosinistra, a suo tempo, avesse criticato la social card del governo e adesso ne proponga una in formato locale. Incredibile, poi, che, quando noi del centrodestra eravamo decisi a votare a favore della proposta siano poi mancati gli esponenti della maggioranza».
«Come delegato al carovita - aggiunge il capogruppo di Rifondazione Benzi - abbiamo cominciato a realizzare una convenzione con gli ottici della provincia e proseguiremo su questa linea pure con la grande distribuzione per calmierare i prezzi, ma soltanto per le fasce deboli. Prezzi calmierati e sconti soltanto per chi presenta l'Isee al di sotto di una certa fascia. Non per tutti indiscriminatamente». Ieri si è discusso pure sull'eliminazione della Cosap. Il canone di concessione per i passi carrabili che Alfonso Gioia, Udc, ha chiesto di cancellare anche per fare fronte alla crisi delle famiglie.

Se Gabriele Gronda ha aperto la possibilità di cominciare un percorso di esplorazione per eliminare, almeno in parte, il canone nel prossimo bilancio provinciale, dall'assessore Fossati è arrivato un secco no. «Non è possibile eliminare la Cosap - spiega Fossati - ma è possibile ragionare sulla storica questione dei passi carrabili a raso e sulle decine di contenziosi su questo argomento».

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