E lo studioso dei serial killer è un serial killer di prostitute

Criminologo di giorno, serial killer di notte. Potrebbe essere la trama di un romanzo noir perfetto. Invece è la storia di un quarantenne inglese, Stephen Griffiths, arrestato ieri dalla polizia di Bradford con l’accusa di aver ucciso tre prostitute. Shelley Armitage, Susan Rushworth e Suzanne Blamires, scomparse fra il 2009 e il 2010, abitavano tutte la città di Bradford, nella contea dello Yorkshire, la stessa in cui vive Griffiths.
A incastrare il criminologo sarebbe stato un video di telecamere a circuito chiuso. Il documento filmato, ora nelle mani della polizia di Bradford, ritrarrebbe Stephen Griffiths con una delle tre vittime, Suzanne Blamires. L’ora e il giorno, troppo vicine alla data della sparizione di Suzanne, sono state schiaccianti per il «professionista del crimine». Una prova inconfutabile che arriva alla vigilia del ritrovamento di alcuni resti umani, riconducibili alla Blamires, nel fiume Aire vicino Shipley. Un corpo fatto a pezzi, con chirurgica precisione e probabilmente disperse nel fiume, e in parte «consumate», dallo stesso serial killer. Il timore maggiore degli inquirenti è quello di non poter mai più «ricomporre» il corpo di Suzanne.
Continuano anche le ricerche delle altre due prostitute, Armitage e Rushmore, a quasi un anno dall’ultima segnalazione. Macabri sospetti che trovano fondamento scavando appena un po’ oltre le apparenze; nella vita di tutti i giorni di un uomo su cui non si sarebbe mai puntato il dito. Griffiths, laureato in psicologia, stava concludendo il dottorato di ricerca in criminologia. Insomma un esperto di serial killer. Ma non solo uno studioso: secondo le accuse, era a sua volta un assassino seriale. Bastava digitare il suo nome su internet, fino al blocco delle pagine da parte della polizia britannica, per scoprire che Griffiths è single, con una pagina Myspace, con tanto di romantica fotografia in bianconero e un profilo Facebook, questa volta con una foto a colori e torso nudo. Peccato che a differenza della maggior parte dei normali cibernauti, il nickname di Myspace fosse un omaggio a «Ven Pariah», figura esoterica e demonologica.
Una storia troppo simile alla letteratura gotica a puntate di metà ottocento. Non è banale, quindi, sovrapporre la vicenda a quella del londinese professionista del «coltello chirurgico», «Jack the Ripper», per noi semplicemente «lo Squartatore». Anche in quel caso, ma senza alcuna prova schiacciante, si trattava di un medico con l’hobby dei coltelli, un professionista viste le condizioni in cui ridusse almeno cinque delle nove prostitute ritrovate scarnificate nella Londra vittoriana. La stessa Londra raccontata dalle tre sorelle-scrittici Brontë, Anne, Charlotte ed Emily, ironicamente, nate a Bradford, la città di Griffiths. Un modus operandi, addirittura troppo simile al serial televisivo di Foxcrime, Dexter.
Nello sceneggiato americano il protagonista è un detective con la passione di «ammazzare in serie». Insomma un «serial killer dei serial killer». Un giustiziere «etico», che al posto delle indifese prostitute, elimina «a sangue» i malfattori che lui stesso arresta. Chissà se Griffiths ha mai visto Dexter, il detective che «uccide i cattivi per diventare buono». Ora la polizia cerca possibili collegamenti fra Griffiths e un altro assassinio: quello della 19enne prostituta Rebecca Hall, avvenuto nel 2001.

Gran Bretagna nuovamente sotto choc, dopo il caso di Steve Wright, che fra il 2006 e il 2007 fu ritenuto colpevole dell’assassinio di cinque prostitute. E anche le famiglie delle tre presunte vittime di Griffiths sono sconvolte, come hanno spiegato i detective di Bradford. Dove è riapparsa all’improvviso l’ombra di un nuovo Jack lo squartatore.

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