E sugli stupri è scontro tra Cavaliere e Veltroni

Una frase del premier sulla violenza: "Anche in uno Stato militarizzato una cosa del genre può capitare. Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze" scatena la reazione del Pd: "Offesa alle donne. Ennesima battuta su un dramma"

E sugli stupri è scontro tra Cavaliere e Veltroni

Il termometro dei rapporti tra maggioranza e opposizione sta tutto nella lunga querelle che si apre sul commento di Silvio Berlusconi allo stupro avvenuto a pochi passi da Roma. A Sassari, infatti, il premier ripete quanto già detto il giorno prima ad Arzachena, Tempio Pausania e Olbia. E cioè che «anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile una cosa del genere può sempre capitare». Insomma, aggiunge, «non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale» da evitare simili fatti perché «dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze». Parole che scatenano la reazione stizzita dell'opposizione, con il segretario del Pd Walter Veltroni che non esita a parlare di «offesa alle donne» e di «ennesima battuta su un dramma».

Passano pochi minuti e lasciando Alghero il premier torna sull'argomento. «Lo stupro - dice - è un reato assolutamente indegno, è un trauma che rimane per la vita». E quindi, aggiunge commentando la decisione del gip di concedere gli arresti domiciliari al reo-confesso dello stupro di Capodanno a Roma, «sono in disaccordo totale con il giudice che ha messo fuori il responsabile di questo atto». Però, ribatte ai cronisti che gli chiedono conto delle critiche dell'opposizione, «non si faccia polemica su una frase che ho detto» perché «non ha nulla a che vedere con il giudizio da dare sul reato». E Veltroni? «Ha detto una grande oscenità, come gli capita di sovente», replica il premier. Che torna sulla frase incriminata: «Lo stupro è un reato indegno, incivile ed esecrabile. Punto e basta. Il mio era un complimento alle ragazze italiane che sono alcuni milioni».
Tanto ne è convinto che nonostante le polemiche Berlusconi torna a ribadire il concetto: «Se mi si chiede se il ministro dell’Interno abbia delle colpe, devo difenderlo perché non è possibile pensare che uno Stato possa arrivare a evitare certi accadimenti». Che, appunto, «potrebbero essere evitati solo mettendo un rappresentante delle forze dell'ordine vicino ad ogni bella donna italiana». Una cosa che non si può fare perché «le forze dell'ordine sono centomila e le belle donne qualche milione».

L'opposizione, dunque, «si

illustra sempre di più per quello che è» perché «è esecrabile speculare su una mia frase». Una sinistra che è «di una meschinità e di una inconcludenza totale». Ma nonostante questo, «io vado avanti e dico le cose che penso».

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