Politica

E il superministro si confessa on line: «Non voglio fare un braccio di ferro»

Pierluigi Bonora

da Milano

Tenuta del governo sulla Finanziaria, rapporti con Confindustria, tasse, evasione fiscale, fondi per la ricerca, televisioni, Borsa europea: è stato a tutto campo il confronto di ieri tra il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e i lettori del Corriere della Sera attraverso il sito Internet del quotidiano.
È cominciata così, con un vivace botta e risposta in via Solferino, la giornata milanese dell’economista chiamato da Romano Prodi nella compagine di governo. Incontrati il presidente della Rcs, Piergaetano Marchetti e il direttore del Corriere, Paolo Mieli, Padoa-Schioppa ha risposto in videochat alle numerose domande. Non sono mancati appunti e critiche alle azioni messe in atto da alcune componenti del governo («Lo slogan di Rifondazione “Anche i ricchi piangano”? Uno sbaglio, una cosa di pessimo gusto; il senso della manovra è ridare fiducia a tutti e non quello di far piangere qualcuno»), mentre sulla tenuta della coalizione il ministro non ha avuto dubbi: «Non mi sento solo e non mi sento ostaggio di nessuno, tutto il governo avverte la necessità di una persona a guardia dei conti». Per Padoa-Schioppa, insomma, «la Finanziaria passerà e mi auguro che la questione della fiducia non sia necessaria».
Numerose le richieste di chiarimento a proposito dei rapporti con il mondo degli imprenditori dopo le polemiche su cuneo fiscale e Tfr. Il ministro, in proposito, getta acqua sul fuoco: «Nessun braccio di ferro con Confindustria e ritengo che nei prossimi giorni si troverà una soluzione al problema del Tfr. E poi, quella sul cuneo fiscale (l’aut aut posto nei giorni scorsi a Montezemolo, ndr) era solo una battuta: né la misura sul cuneo fiscale né quella sul Tfr saranno ritirate». Nessun accenno polemico, poi, anche alla tirata d’orecchi arrivata da Bankitalia (per il governatore Mario Draghi «la pressione fiscale si porterebbe in prossimità dei livelli più elevati registrati in passato nel nostro Paese»). «Quelle di Draghi - ha risposto il ministro durante la mattinata a corriere.it - sono critiche assolutamente legittime, la Banca d’Italia è perfettamente attrezzata per un’analisi rigorosa».
A proposito di fisco, Padoa-Schioppa ha ribadito l’impegno del governo a combattere l’evasione delle tasse, considerata «un’epidemia da portare a livelli minimi, fisiologici». E sui tempi necessari al raggiungimento dei primi risultati nella riduzione del carico fiscale, l’ex banchiere ha parlato di tre anni. «La lotta all’evasione - ha spiegato - permetterà all’esecutivo di diminuire le aliquote fiscali dal terzo anno della legislatura». Come dire: stanati gli evasori, i benefici saranno spalmati su tutti i contribuenti.
Argomento scottante di questi giorni è quello televisivo, soprattutto all’indomanani del varo della riforma Gentiloni. «Il servizio pubblico - ha tagliato corto Padoa-Schioppa, il quale ha confessato di guardare poco la tv - è una parte importante del sistema televisivo ed è auspicabile che l’informazione sia multipla, plurima, libera e di qualità».

Tra gli altri argomenti toccati anche l’utilità di una Borsa europea («auspicabile in un mercato unico»), il tema sicurezza («nessun taglio dalla Finanziaria») e, infine, un rammarico: «Nella ricerca avremmo voluto fare di più».

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