«Se la casa del tuo vicino prende fuoco anche se è una casa piccola e magari è colpa sua, non ti conviene fare finta di niente, ma ti conviene, se ce lhai e noi ce labbiamo, dargli lestintore perché sennò il fuoco arriva anche a casa tua». Non perde il gusto della metafora Giulio Tremonti, nel giorno dellsos lanciato dalla Grecia a Europa e Fondo monetario internazionale. Da Washington, dove partecipa alla riunione del G 20 assieme al governatore di Bankitalia Mario Draghi, dal ministro dellEconomia arriva linvito alla solidarietà, a far quadrato, a non lasciar nessuno indietro. Neppure quelli che hanno barato sui conti pur di entrare nel club di Eurolandia. LItalia farà la sua parte con una quota fino a 5,5 miliardi di euro, vale a dire 92 euro pro capite. I fondi, secondo un funzionario del ministero di via XX settembre, arriveranno attraverso lapprovazione di un decreto, attualmente in via di definizione. I tempi del via libera saranno rapidi.
Allorecchio di Tremonti devono essere arrivate le dure dichiarazioni di matrice tedesca, a cominciare da quelle del cancelliere Merkel, con tutti quei paletti che sembrano tanti ostacoli sparsi sulla via che porta allerogazione degli aiuti. Una posizione tuttaltro che solidale. Poco tremontiana. «È arrivato il momento - è linvito del ministro - in cui i Paesi grandi devono dimostrare di essere grandi Paesi e di avere visione dellinteresse comune, anche nellinteresse dei Paesi più ricchi e fortunati. Sto parlando, se non si è capito, della Germania». Tremonti ha quindi concluso dicendosi convinto che «la posizione italiana, che è questa, sia la più ragionevole e credo che alla fine anche in Europa si consoliderà unidea di intervento nellinteresse di tutti».
Lincontro del G 20 servirà per affrontare i nodi legati ai tassi di cambio (focus sulla necessità di un apprezzamento dello yuan) e agli squilibri globali, come il deficit in continua crescita degli Usa, mentre appare meno probabile la discussione su unimposta globale sul sistema bancario. Ma la crisi greca ha finito per catalizzare subito lattenzione dei partecipanti. Anche perchè resta il timore di una possibile estensione del contagio ad altri Paesi. Spagna, Portogallo e Irlanda sono i maggiori indiziati, nonostante il ministro delle Finanze spagnolo, Helena Salgado, abbia ostentato tranquillità. «La situazione della Spagna è diversa e molto migliore di quella della Grecia come ha detto anche il direttore del Fondo monetario Strauss-Kahn». Quasi identiche le parole pronunciate dal portoghese Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue: «Penso che la situazione portoghese sia difficile ma differente da quella della Grecia. Il Portogallo - ha aggiunto - è in grado di far fronte alla situazione».
Più concentrata sullo stato di salute del sistema finanziario, «in via di guarigione», è invece la lettera inviata al G 20 da Draghi in qualità di presidente del Financial Stability Board (Fsb). «Buoni progressi», scrive Draghi, si stanno compiendo nel campo della riforma regolamentare mirata a evitare che si ripeta la gravissima crisi degli ultimi mesi. Ma il 2010 e il 2011 saranno anni critici. Il governatore di Bankitalia traccia inoltre la mappa delle priorità. Come prima cosa sarà «necessario completare la revisione dei requisiti patrimoniali minimi e degli standard di liquidità di Basilea», al contempo facendo in modo che le azioni intraprese per migliorare la regolamentazione non siano centrate «sulle attuali condizioni di stress, ma sui requisiti patrimoniali minimi e sulle riserve di liquidità di lungo termine, così da assicurare, per il futuro, lequilibrio e la solidità del sistema bancario».
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