E Vampiro Massa beffa Alonso: «Conta essere in testa»

All’indomani del Gran premio di Malesia solo due considerazioni sono certificate. La prima: con quanto mostrato in gara, le due Rosse pasticcione avrebbero lottato fino all’ultimo per il successo. Nel senso che faccia d’angelo Vettel avrebbe avuto vita durissima, altro che sentir la pressione di quell’antipaticone di Webber. La seconda riguarda Felipe Massa che, grazie alla bella partenza su Alonso e al bel sorpasso su Button e alla iella di Fernando prima col cambio impazzito poi col motore kappaò, è ora leader del mondiale. Chi l’avrebbe pensato, l’estate scorsa, dopo il sabato di Budapest e la molla impazzita e la fronte martoriata? O vedendolo in griglia, domenica mattina, addirittura 21°? Fatto sta, ora il box di rosso vestito dovrà fare gli straordinari non solo nel cercare di non pasticciare più in qualifica e nel ricercare l’affidabilità dei motori, ma anche nel gestire la rivalità fra i suoi piloti. Perché Felipe ha due punti in più dello spagnolo e soprattutto si porta dietro una dote unica nel panorama degli uomini a trecento all’ora: è specializzato nel convivere con fuoriclasse. Non ne patisce la presenza, anzi, si evolve succhiando loro, vampirescamente, quel che di meglio hanno da offrire. Vedrete, accadrà anche stavolta. Perché Massa è l’esempio di un’evoluzione darwiniana a pistoni e cilindri che gli permette di confidare tranquillo: «Essere in testa al mondiale conta e, benché non possa dire di aver fatto un lavoro incredibile in queste tre prime gare, dico che è stato abbastanza buono per essere in vetta». E Fernando non gli è da meno: «In ottica campionato ora mi sento più forte. Non avevo mai disputato un Gp dovendo adattare così tanto il mio stile di guida e riuscendo però a girare su tempi decenti». Rimasto senza frizione, Fernando ha infatti corso ad handicap: «So che a causa del risultato verrà tutto dimenticato, ma questa è stata la migliore gara della mia vita». E su Felipe che l’ha passato in classifica: «Dopo tre gare non importa chi è il leader... So che in Cina, se avrò un altro fine settimana normale come quello in Bahrein, potrò recuperare il primato in classifica». Vero, ma vero anche che Vampiro Massa è abituato a certe frasi.
Rivalità fra piloti e pasticci in qualifica a parte, a preoccupare è soprattutto l’affidabilità. I tre motori ko in Malesia (i due forniti alle Sauber e quello di Alonso) e i due sostituiti in Bahrein ai ferraristi, dicono una cosa sola: che l’affidabilità non è quella sperata e che c’è molto ancora da fare. Sul tema, Domenicali non si nasconde: «Le qualifiche ci hanno condizionato, ma abbiamo imparato la lezione: non prenderemo più rischi. L’altro tema è quello del motore e del cambio per Alonso... La telemetria non ha dato indicazioni, è stata una rottura immediata nel mezzo della curva quando stava attaccando Button. Però mi sento di escludere che tra questo e i motori Ferrari della Sauber ci siano problemi collegati... Resta il fatto che l’area critica è questa e dobbiamo subito affrontarla. Quanto alle Redbull, hanno avuto una gara più facile del solito...».
Perché la sensazione è che le monoposto di Vettel e Webber abbiano una marcia in più solo se possono correre indisturbate. A Sepang hanno fatto il bello e cattivo tempo perché non c’erano Ferrari o McLaren a premere. Altrimenti, i motori Renault che le armano (loro unico punto debole) avrebbero patito quel tanto da costringere i due ragazzi a una guida meno serena. Ma tant’è, tutto questo è andato a carte quarantotto per l’erroraccio commesso in qualifica. Nulla in confronto all’erroraccio commesso dall’uomo che corre con ormai in testa un solo pensiero: «Ma chi me l’ha fatto fare?».

Sì, lui, kaiser Schumi sempre meno kaiser, almeno a giudicare dal giovane compagno di squadra, Nico Rosberg, a podio, ancora a punti e stavolta fanno trentacinque. A meno quattro dalla vetta, a più ventisei dal mito. Mito, va detto, tradito da una ruota... e dalla sua ingordigia.

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