Era il 1969, quando Palmiro Monti rilevò la Eberhard & Co. dalle mani di Maurice Eberhard, figlio del fondatore Georges-Lucien. Barbara, figlia di Palmiro e, oggi, CEO della Maison, racconta che quando lei e la sorella Raffaela frequentavano le elementari, il padre amava mettere loro tra le dita il prototipo di una cassa, chiedendo di descriverlo, ad occhi chiusi: se le sensazioni prevalenti erano la morbidezza, le curve e la mancanza di spigoli vivi, il modello poteva passare alle fasi successive. Ecco, sono ancora queste le regole che Barbara, assieme a Mario Peserico, Direttore Generale (in foto), seguono pensando ad un nuovo modello. Ed è stato un simile patrimonio familiare, misto ad una tradizione di altissimo livello, a spingerla a riportare Eberhard & Co. a La Chaux-de-Fonds, sede originaria, dopo lo spostamento della produzione a Bienne nel 1977, proprio al numero 73 della centralissima Avenue Léopold-Robert, edificio chiamato La Maison de L'Aigle, in virtù della riproduzione di un'aquila, ora perfettamente restaurata, sulla sommità della cupola. Quel palazzo, in occasione del 10° anniversario dalla concessione del patrocinio di UNESCO, dal 27 giugno, accoglie il primo Museo della Casa, sempre indipendente, a testimoniare la continuità dopo 132 anni di attività ininterrotta.
Vi si trovano orologi da taschino, i primi cronografi da polso, i minuscoli ed eleganti segnatempo femminili, i subacquei degli anni '50, i numerosi brevetti, fino al recentissimo nuovo calibro manuale EB140. Il Museo Eberhard & Co. farà parte del circuito «manifatture aperte», nel corso della 9° «Biennale du Patrimoine Horloger» in programma per novembre.FRin
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