Indianapolis - «Se qualcuno gli mettesse il casco di Michael Schumacher, avrebbe l’impressione di veder guidare proprio Schumi». Lewis Hamilton ha avuto bisogno solo di sette gare nel Mondiale di Formula Uno per spingere Bernie Ecclestone, boss del circus, al paragone per eccellenza. Poco importa che il Kaiser e il baby prodigio ci siano 13 anni, 7 titoli mondiali, 243 GP e 89 vittorie di differenza. Il ventiduenne inglese della McLaren-Mercedes marcia spedito verso una carriera ricca di soddisfazioni. Ha trionfato a Indianapolis, ha centrato il secondo successo consecutivo della sua ancor breve carriera e ha allungato in vetta al Mondiale. Ce n’è abbastanza per scatenare l’entusiasmo di stampa e appassionati inglesi che celebrano le imprese del baby prodigio e aspettano con ansia di applaudirlo sull’asfalto casalingo di Silverstone il prossimo 8 luglio.
Lui, intanto, dice addio al kart e lo vende su eBay per raccogliere fondi da destinare in beneficenza.
In corsa per il titolo Dopo la doppietta americana, Hamilton è diventato un pretendente di diritto al titolo iridato. «Non direi che i miei obiettivi sono cambiati», dice con una frenata poco convinta. «Ho cominciato la stagione con molta serenita, con l’obiettivo di fare un buon lavoro. Sì, c’è una possibilità di vincere il Mondiale. Abbiamo disputato 7 gare, devo rimanere lucido e rendermi conto che sono davanti. C’è la possibilità di vincere, ma manca tantissimo alla fine ed è troppo presto per pensare al titolo o per sperare di farlo». Il suo compagno, Fernando Alonso, lo ha accusato di essere il "cocco" della scuderia. Tra gli avversari "esterni", il ferrarista Kimi Raikkonen ha previsto giornate nere in arrivo, prima o poi. «Tutto può succedere», glissa Hamilton. «Devo solo continuare a lavorare come ho fatto sinora, devo soltanto provare a vincere ancora».
Il rendimento del baby è eccezionale Sempre sul podio, 4 volte secondo e 1 volta terzo. «Devo essere costante, è un vantaggio anche per il team se riesco ad andare regolarmente a punti. Sono sicuro, è ciò che faremo Fernando ed io». La superiorità della McLaren-Mercedes nei confronti delle concorrenza appare netta, come dimostra il parziale di 106-71 nei confronti della Ferrari. Se il Cavallino non cambia marcia, il titolo piloti diventerà una sfida tutta interna alle frecce d’argento. Il team anglotedesco è pronto a gestire la situazione, diventata calda a partire dal Gp di Monaco e poi ulteriormente infiammata dalle recenti dichiarazioni di Alonso.
L'umore nero di Alonso Alonso "infuriato" dopo la gara di Indianapolis? Non è un campanello d’allarme... «La verità è che abbiamo in squadra due vincenti, vogliono primeggiare entrambi. Se Fernando fosse sceso dalla macchina e fosse stato contento di aver perso... allora sarei preoccupato». Non si può negare, però, che il Mondiale stia prendendo una piega imprevista anche per i dirigenti di Stoccarda e di Woking. La McLaren ha ingaggiato il campione del mondo che ora rischia di diventare il numero 2.
«C’è molta pressione su Fernando, ha accanto un compagno giovane che ha molta fiducia nei suoi mezzi e che sembra invincibile. Fernando è un lottatore fenomenale, la stagione è ancora lunga. Lui continua a puntare al Mondiale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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