da Milano
Per dire, solo mettere in piedi la Commissione per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Campania è costato qualcosa come 100mila euro, per i compensi dei 22 commissari, tutto sul conto di Palazzo Chigi. Un granello di sabbia, peraltro, nella chilometrica lista delle consulenze ottenute dai dipendenti dell’amministrazione pubblica, nuovo capitolo dell’Operazione trasparenza inaugurata dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta (tutti i dati sul sito www.innovazionepa.gov.it), che ha messo on line gli incarichi assegnati al personale di ministeri, agenzie fiscali, enti di vigilanza, polizia, forze armate e magistratura. In tutto 212.326 incarichi nel 2006 per un esborso di circa 312 milioni di euro (311.911.823), una cifra che in gran parte va messa in conto alle stesse amministrazioni pubbliche, che conferiscono consulenze a pioggia.
Meno spesso i dipendenti pubblici vengono chiamati da privati, quando succede però gli assegni possono essere sostanziosi, come è capitato nel 2006 all’ambasciatore italiano in Bielorussia Norberto Cappello (dipendente della Farnesina), preso come consigliere diplomatico dalla banca torinese San Paolo Imi per 98 mila euro. O come un altro dirigente del ministero degli esteri, Giuseppe Scognamiglio, che con Unicredit ha ottenuto un incarico da 165mila euro nel 2006.
Ma nella maggior parte dei casi sono aziende di Stato che chiamano dipendenti di altre amministrazioni pubbliche, in un generoso scambio. Oppure ministeri che si palleggiano i loro funzionari, come il dipendente del ministero delle Infrastrutture che fa una consulenza da 8.700 euro per il ministero dell’Ambiente, o l’impiegato del ministero di Giustizia che dà consigli al ministero delle Finanze, per 8.633 euro. E c’è anche la Rai che fa tre contratti a una dipendente del ministero dell’Ambiente, per 18.000, 5.400 e poi 6.000 euro.
Pressoché infiniti poi sono i consiglieri di amministrazione nominati dai vari ministeri, sopra tutti quello dei Lavori pubblici, e una poltrona in un cda qualsiasi può valere decine di migliaia di euro. Anche il ministero degli Esteri presta i suoi uomini per i cda, e per esempio ha fornito un dirigente per un posto nel consiglio di amministrazione della Simest (Società italiana per le imprese all’estero): compenso 34.500 euro.
Lunga anche la lista degli esperti nominati (e quindi pagati) dal Consiglio superiore della magistratura per coordinare i lavori di collaudo e manutenzione di opere pubbliche. Lo stesso lavoro che sono in grado di fare i dirigenti del ministero dei Trasporti, e infatti lo fanno spesso, come l’alto funzionario che per coordinare il lavoro di manutenzione su un tratto della metropolitana di Milano ha avuto un incarico dall’importo previsto di 68mila euro.
Per sedere invece in una commissione istituita dal ministero delle Finanze si guadagnano anche 16mila euro, una delle moltissime consulenze che il Tesoro ha reputato indispensabile contrarre nel 2006. Viceversa i funzionari di via XX settembre «arrotondano» fornendo il proprio servizio ad altri enti per esempio come revisori dei conti, e c’è chi per controllare i conti di una università prende 29mila euro. Per non parlare dei corsi di formazione professionale, le varie docenze che sono una fonte certa e costante di consulenze per i ministeriali.
Agli avvocati e magistrati dell’Avvocatura dello Stato una consulenza può fruttare un bel gruzzolo. Alle voci «Consulenze tecniche» e «arbitrati» del dossier raccolto da Brunetta si scoprono i lauti compensi per gli esperti chiamati a prestare la loro opera, come l’avvocato Filippo Bucalo (83.450 euro), l’avvocato Enrico De Giovanni (una da 52.220 euro e un’altra da 45mila euro), il legale Claudio Linda (50mila euro), l’avvocato dello Stato Maurizio Greco (82mila euro per un arbitrato).
Ma ce n’è anche per i militari e le forze di polizia.
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