Ecco le bombe «intelligenti» che spengono subito gli incendi

L’ideatore: «In Italia il sistema per combattere i roghi è inadeguato»

Una «bomba» per spegnere gli incendi. Una sorta di capsula che permette di debellare le fiamme in poco tempo, riducendo al minimo i danni. È la soluzione che propone Pasquale Vurchio, ricercatore di «Simmetrie», gruppo di professionisti che si occupa di strategie aziendali.
«L'estate 2007 ha dimostrato come il sistema antincendio applicato nel nostro Paese sia inadeguato. Abbiamo assistito, impotenti, alla scena dell'Italia in fumo, nonostante le energie spese e gli ingenti fondi destinati alla prevenzione e agli interventi durante l'emergenza. Tutto ciò suggerisce una riflessione: la totale inefficienza dell'attuale modello operativo per ciò che riguarda l'Aib (Anti incendi boschivi)», premette Vurchio, per poi presentare la sua invenzione: la «Stop fire capsule».
Si tratta di un contenitore di forma e capacità variabile, in materiale plastico biodegradabile, pieno di acqua, liquidi estinguenti e altri agenti chimici. Ma, quel che più conta, è pronto all'uso. Grazie a una spoletta altimetrica, quando viene lanciato su un incendio, si apre all'altezza giusta e fa cadere, come una pioggia benefica, il suo contenuto. «Ho brevettato questa invenzione nel 2004 e l'ho sottoposta da tempo a tutte le istituzioni interessate, a cominciare dal Dipartimento della Protezione civile; dalla Commissione nazionale contro incendi boschivi, alla Guardia forestale. Da più parti, ho ricevuto apprezzamenti, ma, purtroppo, mai una risposta ufficiale che consentisse l'inizio della sperimentazione».
Eppure, a detta dell’inventore, questo metodo innovativo porterebbe parecchi vantaggi. L'espediente di mettere l'acqua in contenitori di plastica supera le limitazioni del semplice getto dei Canadair: spesso, con le temperature particolarmente elevate, il liquido evapora ancor prima di toccare il suolo, mentre le capsule lo proteggono fino all'impatto e sono direzionabili con maggior precisione. E poi, è più facile il rifornimento: non sarà più necessario il flottaggio in mare e nei laghi, operazione che per giunta, può essere fatta solo durante il giorno. Le scorte sarebbero già pronte e stoccate in «bombe», fino a oltre 2mila litri, in cui l'acqua è già miscelata con gli additivi più adatti. Niente più acqua marina, che, in quanto salata, può causare la desertificazione. Anzi, nelle capsule è possibile aggiungere anche un composto fertilizzante, in modo da aiutare il terreno a ricreare il sistema biologico.
«Così, con un'organizzazione dislocata in tre basi di stoccaggio su tutto il territorio nazionale, si riuscirebbe a spegnere qualunque incendio per soffocamento nel giro di mezz'ora -, sottolinea Burchio -. I conti sono presto fatti: un C130 dell'aeronautica può caricare almeno 80 capsule da 500 litri, che, aprendosi a ombrello, coprono ciascuna un'area di 50 mq.

Più capsule riescono a sconfiggere il fronte del fuoco che è largo al massimo 30 metri. Insomma, più acqua e liquido estinguente nel minor tempo possibile. È questa l'equazione giusta da applicare per sconfiggere questa piaga che ci flagella ogni estate».

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