Roma -A prima vista, nel segreto delle loro cabine, gli elettori dovrebbero trovarsi di fronte ad una vera e propria sorpresa. Addio alle schede-lenzuolo (quella delle ultime consultazioni superava il mezzo metro) piena di simboli e coalizioni, di colori e di offerte elettorali. Addio ai due grandi schieramenti, che sommavano storie e famiglie politiche spesso incompatibili.
Stavolta, centrodestra e centrosinistra realizzano per «autoregolamentazione» la riforma che tutte le leggi elettorali degli ultimi anni avevano provato (senza successo) a disegnare. E così se l’equilibrio che dal 1946 governava l’Italia, quello che uno studioso come Giorgio Galli definì con una celebre espressione «il bipartitismo imperfetto» (ovvero la sfida fra Dc e Pci), aveva lasciato il posto ad un «bipolarismo imperfetto» (la via delle coalizioni fra estremi che si sostengono con la desistenza, o si associano con accordi elettorali siglati a denti stretti, stavolta cambia davvero tutto).
Comunque vada a finire - se le dichiarazioni di Walter Veltroni e di Silvio Berlusconi avranno seguito, si profila un nuovo scenario. Sarà meglio o peggio? Si tenderà verso l’America - come sembra - o verso la Francia? E che tipo di conseguenze ci saranno sul piano politico, culturale ed elettorale? Che ruolo avranno coloro che - come i sostenitori della cosiddetta «Cosa bianca» - provano a giocare la loro partita al di fuori di questo schema disegnato dalla svolte di Berlusconi e di Veltroni?
Qualunque sia la risposta a questi interrogativi si tratterà comunque di un piccolo terremoto, che
alcune personalità che appartengono ai diversi mondi toccati da questa riforma commentano così, provando ad ipotizzare i nuovi scenari disegnati dalla prima competizione che rompe lo schema dell’«imperfezione italiana».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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