La trottola Sardelli, l’ex liberale Gava e la montezemolina Destro sono i tre «Bruti a perdere», gli aspiranti «Giuda» il cui tradimento è però andato a vuoto. Sognavano di staccare la spina al governo Berlusconi e invece la spina s’è conficcata nel loro fianco.E ora cercano un riparo.Nell’Udc? Luciano Sardelli, pugliese, eletto deputato per la prima nel 2001 col giallo. Candidato dalla Cdl, riesce a entrare a Montecitorio per un contestatissimo pugno di voti in più rispetto al rivale dell’Ulivo, Cosimo Faggiano. Nel 2005 il primo cambio di casacca: in polemica con Fi, si butta a pesce nell’Mpa di Raffaele Lombardo.
Nel 2006 prova a rientrare a Montecitorio e viene trombato ma rientra nel Palazzo nel 2008. Nel gennaio del 2010 veste i panni del più fiero antiribaltonista e attacca il suo leader Lombardo: «Dovrebbe espellere se stesso dal Mpa essendo stato il fautore di un ribaltone», s’indigna. In odio al «trasformismo » e alla «politica dei due forni», fonda«Noi Sud»assieme a Enzo Scotti,Arturo Iannacone, Elio Belcastro e Antonio Milo. Si fa pilastro dei Responsabili e stampella del governo durante il tentato golpe del 14 dicembre 2010. Sentenzia: «Finalmente la fine dei giochi di Palazzo, delle trame e delle congiure».E ancora:«La gente ci chiede perché una maggioranza scelta democraticamente viene messa in discussione da scelte personali ». Ma nel rimpasto Sardelli non entra, sogna la guida di un’Authority che non arriva e cominciano i maldipancia.
E poi le coliche. Politiche, s’intende. Le intercettazioni? «Mmhh... Il nostro voto non è scontato». E ancora: «Magari il governo non cade nelle prossime ore,perché magari un’altra fiducia riescono a strapparla, però frana sicuro la prossima settimana» (13 ottobre). Poi è il balletto: «Voto sì», «Anzi no», «Ma forse sì», e poi il finale: «No». Il capogruppo di Popolo e territorio, Silvano Moffa, lo espelle.
«Mi ha espulso? Ma va. Sono andato io via dal gruppo», ribatte. Poi spiega: «Berlusconi mi ha chiesto di votarlo per amicizia ma gli ho detto no. Ho fatto una valutazione politica e non personale». Commento del responsabile Pionati: «Gli regalo I miserabili di Victor Hugo». Giustina Mistrello Destro, ex sindaco di Padova dal 1999 al 2004, si fa le ossa nell’impresa di papà, settore editoria. Membro di spicco di Confindustria, ex consigliera di amministrazione di Banca Antonveneta, ex presidente delle Società Autostrade Venezia- Padova. Nel 2006 entra alla Camera. Dice: «Devo molto della mia esperienza politica a Berlusconi, ma prima di tutto devo tutto al mio Paese».
E ancora: «Il grande pensiero liberale sa coniugare la libertà con la responsabilità. Oggi è il momento della responsabilità». Quindi niente voto a Berlusconi. I rumors la danno già «punto di riferimento di Luca Cordero di Montezemolo in Veneto ». Pizzicata a braccetto del presidente della Ferrari a Cortina,dice in agosto:«Certo,devo riconoscere che Montezemolo sta facendo un lavoro straordinario, la sua è una voce coraggiosa in un momento di vuoto politico disarmante. Può diventare un punto di riferimento ed il suo progetto di qui a breve potrebbe trovare spazi importanti. Io sono nel Pdl e lì sto». Fino a ieri. Fabio Gava, anche lui veneto, liberale storico, juventino sfegatato, forzitaliota della prima ora, entra in Parlamento solo nel 2008.
Si definisce «malpancista ma moderato» però un mese fa si espone: «Bruto è un personaggio da rivalutare, un cattivone che ha però una strategia, una visione », dice a Repubblica. E ancora: «Anche su Giuda è necessario qualche approfondimento ». Anche lui critico, molto critico.
Politicamente s’intende: «Bisognerebbe fare qualcosa di nuovo, un cambio di passo. Il Pdl non è mai nato». Ma soprattutto: «Mi piacerebbe completare questa esperienza con un risultato e aver fatto delle cose. Arrivare al vitalizio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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