Franco Ordine
«Ma è colpa mia se quelli del Milan sono i più bravi?» Demetrio Albertini deve difendersi così dagli sfottò e dalle battute dellavvocato Nicoletti, laltro vice-commissario, ex consulente dellInter (vicenda Ronaldo e superLega) e di dichiarata simpatia nerazzurra. Sono inevitabili da qualche giorno, da quando Roberto Donadoni, esponente di quel Milan di Arrigo Sacchi pieno di allenatori, una generazione di Ct verrebbe da aggiungere, è diventato il successore di Marcello Lippi. «Scelto dalla federcalcio non da noi calciatori» è la dichiarazione spedita da Gattuso per provare a cancellare dalla testa di giornalisti una verità documentata, e cioè che il parere positivo dello spogliatoio, pronunciato a Duisburg, ha influito. Eccome se ha influito. Adesso Donadoni è arrivato, può far compagnia ai suoi colleghi di un tempo, a Van Basten (ct olandese), a Rijkaard, Ancelotti e Tassotti, a Baresi, Filippo Galli ed Evani (questi ultimi tre con incarichi nel settore giovanile rossonero) ma deve nel frattempo attrezzare uno staff di alto profilo. La scelta del suo secondo si è rivelata più complicata del previsto: un paio di no (colleghi che avevano assunto impegni) hanno spiazzato il neo ct che deve anche decidere sulla riconferma eventuale di Ivano Bordon, preparatore dei portieri con Lippi, molto apprezzato da Gigi Buffon, il quale ne ha chiesto espressamente la conferma. Altra questione aperta è quella del medico. Il dottor Enrico Castellacci fu una delle figure imposte da Lippi: per lasciargli campo libero vennero «sacrificati» Ferretti e Zeppilli, una coppia di professionisti molto stimata. Donadoni sta pensando al loro recupero.
Il Club Italia, intanto, è senza presidente. Ieri si è dimesso Giancarlo Abete: per smarcarsi dalla gestione Rossi e per avere le mani libere e partecipare alle prossime elezioni federali. In attesa di conoscere il panorama completo dei collaboratori di Donadoni (Riva, confermatissimo, come team manager) e della firma del contratto (il neo ct non conosce ancora lammontare del suo stipendio ma solo la durata, due anni), Demetrio Albertini ha lavorato ieri al resto del programma azzurro. Alla scelta della sede per la prima amichevole della stagione, il 16 agosto: lo stadio di Cesena non si è adeguato al decreto Pisanu, si sta puntando su Pescara. E al completamento delle caselle delle altre nazionali. Per lunder 21 la candidatura più autorevole è stata quella di Mauro Tassotti, collaboratore di Ancelotti, sotto contratto col Milan. Scartata per un dettaglio decisivo. Nessuno, in federcalcio, ha il coraggio di presentarsi da Galliani a chiedere un sacrificio. «Che colpa ne ho io se quelli del Milan sono i più bravi?» la risposta di Albertini allobiezione scherzosa di Nicoletti. Questo esame, che si prolunga nel tempo, pur avendo a disposizione Claudio Gentile in attesa di notizie e di conferme, fa capire lorientamento del nuovo corso federale.
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