Ecco i dati: Udc a rischio suicidio se trasloca dalla Casa delle libertà

Con l’incremento della quota proporzionale il partito di Follini avrebbe più voti. Ma correndo da solo otterrebbe 12 deputati contro i 34 attuali

1 Qual è la richiesta dell’Udc in relazione alla modifica del sistema elettorale?
Lunedì scorso, Marco Follini ha indicato la priorità dell’Udc: una riforma della legge elettorale che dia maggiore spazio al principio di rappresentanza proporzionale (attualmente pari al 25% contro il 75% maggioritario). Due sono le strade proposte: o uno sbarramento più alto per accedere alla soglia della ripartizione dei seggi proporzionali (attualmente è al 4% e il suo scopo è di limitare il numero dei partiti) o un «premio di maggioranza». Dal punto di vista politico, lo sbarramento non esclude, in prospettiva, la costituzione di formazioni politiche centriste; viceversa, il «premio di maggioranza» si inquadra in una logica bipolare. Questa seconda soluzione sarebbe quella perseguita dall'Udc: Follini ha infatti confermato la sua fede nel bipolarismo e ha smentito qualsiasi intenzione di cambiare schieramento.
2 Perché l'Udc vuole cambiare la legge elettorale?
L’Udc intende trasformare in seggi la maggiore visibilità politica acquisita con l’offensiva, accentuatasi dopo il voto delle regionali nello scorso aprile, volta a chiedere un «forte segnale di discontinuità» alla Casa delle libertà per vincere anche le prossime elezioni. Essa ritiene che ciò sia possibile modificando il sistema elettorale allo scopo di amplificare l'aumento di consensi che sono registrati dai sondaggi sulle intenzioni di voto.
3 Quali sono le altre richieste dell’Udc?
La modifica della legge elettorale ha messo in ombra l'altra richiesta dell'Udc, quella relativa alla leadership. Ciò significa che l'Udc ha preso atto della dichiarazione di Berlusconi di volere guidare la Cdl come candidato-premier: decisione ovvia in quanto firmatario del «contratto con gli italiani». Ma l’Udc chiede che la legge elettorale sia modificata prima del voto sulla devoluzione. Ciò contrasta con le richieste della Lega, che intende presentare il voto sulla devoluzione come il maggiore successo politico «riformista» promesso al suo elettorato. In realtà, mentre il voto sulla devoluzione, anche se venisse dopo quello sulla legge elettorale, sarebbe definitivo, perché si tratterebbe della seconda approvazione di una modifica costituzionale, la legge elettorale, come legge normale, dovrebbe essere firmata dal capo dello Stato.
4 Che cos’è il «premio di maggioranza»?
Il premio di maggioranza consiste nell’attribuire ai partiti o alle coalizioni che conquistano la maggioranza dei voti un numero di eletti superiore a quelli che otterrebbero rispettando la percentuale di voti. Così, ad esempio, una coalizione che ottenesse il 51% dei voti, avrebbe il 60% degli eletti, recuperando un certo numero dei primi non eletti. Questo meccanismo esiste già in Italia in quanto viene applicato nelle elezioni regionali.
5 Qual è lo scopo del «premio di maggioranza»?
Lo scopo è di dare allo schieramento vincente un numero di parlamentari largamente superiore alla metà del totale così da evitare alla maggioranza che sostiene il governo il rischio di essere messa in minoranza a causa di alcune defezioni. Con il «premio di maggioranza», il sistema elettorale di tipo proporzionale mira a ottenere lo stesso effetto del sistema elettorale maggioritario (con collegi uninominali e turno unico), che è quello di determinare, normalmente, una sovrarappresentazione del partito vincitore e una sottorappresentazione del partito sconfitto. È questa differenza che evita le crisi governative derivanti da maggioranze parlamentari molto esigue, specie se delle alleanze fanno parte piccoli partiti che detengono i voti decisivi.
6 Quali risultati ha dato l’attuale sistema elettorale?
L’attuale legge elettorale per la Camera non ha prodotto né maggioranze ampie e sicure per uno schieramento (come nel caso del Senato eletto nel 1994) né ha evitato crisi di governo per la defezione di alleati (come con la crisi del governo Prodi nel 1999). Inoltre ha favorito la proliferazione dei piccoli partiti marginali che possono risultare decisivi nei seggi attribuiti con il maggioritario.
7 In che modo il «premio di maggioranza» eviterebbe questi rischi?
La clausola retroattiva, in base alla quale un partito beneficiario di seggi supplementari li perderebbe se lasciasse la coalizione entro la quale li ha ottenuti, garantirebbe la stabilità della maggioranza e quindi del governo, e rafforzerebbe il bipolarismo. Sotto questo aspetto, il «premio di maggioranza» appare il più forte antidoto alle tentazioni centriste o terzaforziste, almeno nell'attuale quadro politico. L'introduzione del «premio di maggioranza» disciplinerebbe inoltre l'area dei piccoli partiti marginali che vedrebbero scemare proporzionalmente il loro peso nelle coalizioni e quindi la loro tendenza a provocare turbolenze. Per questa ragione i piccoli partiti, al momento, stanno alla finestra.
8 L’Udc tra realtà e desideri. Quanto pesa e quanto pensa di pesare l'Udc?
I sondaggi sulle intenzioni di voto registrano un limitato incremento dell’Udc (6% o poco più), ma solo un cambiamento della legge elettorale potrebbe farlo fruttare in modo significativo in termini di seggi. L’Udc fa leva sul fatto di essere presente su tutto il territorio nazionale, ma specialmente in alcune regioni del Sud, per incrementare, con un aumento dei seggi da attribuire con il proporzionale (si parla di una richiesta del 63% dei seggi contro il 25% attuale), il numero dei propri parlamentari, che potrebbero anche raddoppiare. Se si presentasse da sola, l'Udc aumenterebbe in assoluto i voti popolari (fino a un massimo del 9-10%) ma conquisterebbe solo un massimo di 15 seggi nel proporzionale (contro i 34 seggi attuali che ha ottenuto nel proporzionale grazie all’alleanza con la Casa delle libertà). Presentandosi fuori dalla Cdl, l'Udc determinerebbe la sconfitta del centrodestra in quanto i suoi voti sono indispensabili nel maggioritario in almeno 80 collegi.
9 Che cosa ne pensano gli altri partiti?
Nel 2000, Berlusconi era favorevole al «premio di maggioranza» e si è dimostrato disponibile a introdurre più proporzionale, eliminando nel contempo il meccanismo dello «scorporo» che favorisce i piccoli partiti. Forza Italia, quindi non subirebbe danni e, senza scorporo, potrebbe anche beneficiare di una maggiore quota proporzionale. La Lega, inizialmente favorevole al proporzionale, si era negli ultimi tempi irrigidita per la contrapposizione con l'Udc, ma dopo l'ultimo intervento di Follini si è dichiarata disponibile, a condizione che non venga messa in pericolo l'approvazione della devoluzione. Per An, presente su tutto il territorio nazionale, non fa molta differenza più o meno proporzionale. Fini ha ribadito che l'essenziale è la conservazione e il rafforzamento del bipolarismo. E questo si otterrebbe con il «premio di maggioranza» che rafforzerebbe il principio di coalizione e quindi la logica bipolare.
J Che cosa pensa l'opposizione?
Nell’opposizione, con l’eccezione dei Ds, tutti gli altri partiti sono più o meno proporzionalisti, ma nessuno vuole concedere al centrodestra la «vittoria» dell’approvazione di una legge elettorale. L’argomento forte è che non si cambia la legge a poca distanza dal voto. L'attuale legge elettorale fu votata il 4 agosto 1993, quindi solo sette mesi a mezzo prima delle elezioni di marzo 2004: all’epoca non si sapeva che ci sarebbero state elezioni anticipate, ma è innegabile che si presumessero appena resa effettiva la nuova legge, i cui regolamenti attuativi vennero promulgati nel febbraio 1994. Soprattutto, più proporzionale metterebbe in difficoltà i Ds e Prodi. Ma la proposta del «premio di maggioranza» è neutra: ne beneficerà chi vincerà, la destra o la sinistra.

Il suo effetto è a posteriori e non a priori, e quindi non si può dire che favorirebbe il centrodestra sul piano «tecnico». Lo favorirebbe solo sul piano «politico», come prova della sua ritrovata compattezza: ed è per questo che l'Unione vi si oppone e vi si opporrà con forza quando la proposta verrà discussa.

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