«Il centro storico non ha bisogno né di soldati, né di provocazioni». Paolo Scarabelli è il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, vive da una vita nei vicoli e ce lha con la destra oscurantista e il «solito noto» che raccoglieva le firme sapendo già che un ministro stavo formalizzando linvio dei militari a Genova. Fino a qui non esiste notizia. Politica, con posizioni distanti, quelle di La Russa che snocciolando dati confortanti sullutilizzo dellesercito in pattugliamento nelle città rilancia il progetto per altri dodici mesi allargandolo ad altre realtà; quelle del Prc che fa la sua parte criticando Marta Vincenzi perché un «no» netto mica lha detto. Poi cè la riflessione allargata alle manifestazioni di Lega Nord e Pdl in piazza Banchi: la richiesta di una tutela maggiore del territorio, la raccolta firme per chiedere lesercito di stanza in città. Quattrocento quelle raccolte in poche ore mentre intorno al gazebo si scatenavano reazioni di tutti i tipi, dagli insulti ai lanci di oggetti tra cui due sacchetti pieni di urine: «È stata la ribellione del centro storico - secondo Scarabelli -. È stata la gente normale che si è ribellata a discorsi di propaganda». Una ribellione che a molti è apparsa antidemocratica visto che bloccava manifestazioni di gruppi politici ma che hanno il sostegno del Prc: «Chi protesta contro questa destra che dice no ai migranti è benvenuto. Sono state manifestazioni spontanee e questo è il vero salto di qualità».
Fino a qui le protezioni ai centri sociali che hanno contestato Gianni Plinio e Matteo Rosso qualche giorno fa a Banchi e la Lega nei mesi scorsi, oggi la contestazione tocca anche Marta Vincenzi. La Russa aveva detto, «se il sindaco non manifesta contrarietà spinta, Genova avrà i militari». La Superba ne avrà novanta. Segno che se Vincenzi è contraria non lo ha fatto sapere con convinzione: «Dovrebbe ricordarsi che come sindaco - attacca Vincenzo Nesci, consigliere regionale Prc - ha la possibilità di ricorrere alle ordinanze e far sapere formalmente al Governo che la città non vuole i soldati. Esiste un Comitato sulla sicurezza di cui fa parte anche il Comune, quella è la sede in cui avrebbe dovuto esprimersi». Scarabelli annuncia per l8 agosto (giorno in cui i militari dovrebbero fare la loro prima apparizione genovese) un presidio in De Ferrari.
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