Ecco i segreti per risparmiare su cinema e teatro

Tempo libero intelligente ma in forma low cost. Sempre più spesso, negli ultimi tempi, l’offerta di intrattenimento della nostra città mette a disposizione soluzioni che vengono incontro alla fame di cultura e spettacoli dei cittadini, ma rispettando tutte le tasche. Teatri, cinema, e spazi per la musica propongono formule di abbonamento e tessere discount per consentire di assistere a più spettacoli a prezzo ridotto oppure di accedere a templi dello spettacolo tradizionalmente elitari, come La Scala. In molti casi, sconti e promozioni vengono lanciati last minute sulla rete web attraverso i siti dei teatri o indirizzi specializzati come www.ticketone.it e www.atrapalo.it.
Malgrado i tagli alla cultura che, come ha di recente denunciato il direttore del Piccolo Sergio Escobar, rischiano di assestare un colpo mortale all’attività dei teatri, la programmazione cittadina resta alta e la partecipazione del pubblico superiore alla media nazionale. Lo ha recentemente dimostrato una ricerca della Camera di Commercio, secondo cui a Milano il teatro piace più che nel resto d’Italia: se calcoliamo il numero di volte che si va a teatro all’anno per residente, Milano supera di quasi quattro volte la media nazionale. Del resto, la nostra città figura oggi fra i primi centri teatrali europei (14° posto) e le famiglie milanesi tradizionalmente non risparmiano sacrifici, spendendo quasi un miliardo di euro all’anno per cultura e spettacoli. Fa indubbiamente riflettere il fatto che in media un milanese vada annualmente 1,1 volte a teatro, rispetto a una media italiana dello 0,3.
Nonostante la crisi, sotto la Madonnina ogni nucleo familiare spenderebbe in media 118,20 euro al mese, anche se un po’ meno del passato, quando la spesa era di 120,22 euro.

Ma tempo libero e cultura - sottolinea la ricerca - incidono per il cinque per cento sulle spese non alimentari delle famiglie milanesi: un costo che, in tempi difficili, spesso non è alla portata di tutti. Un fattore che spiega e giustifica la formula «saldo» anche per la cultura, in un’epoca in cui questa parola è la più gettonata e ricercata per ogni tipo di acquisto, grazie soprattutto a internet.

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