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Ecco i vantaggi per gli italiani

Il calcolo fatto dai tecnici del dicastero dello Sviluppo Economico che ha portato al risultato illustrato ieri dal ministro Scajola, cioè la disponibilità dal prossimo anno per le famiglie italiane di un «bonus» valutabile tra 2.800 e 3.000 euro grazie al calo del prezzo di benzina, energia, gas e luce, è piuttosto complesso. Parte, come spiegano i tecnici del ministero, dall’analisi del «consumo primario di fonti energetiche» (gas, elettricità, petrolio) delle famiglie italiane nel 2007, stimato in 24 «barili di petrolio equivalente» (è l’unità di misura che si ottiene trasformando la componente di costo energetico che insiste sui prezzi al consumo in barili di petrolio, sulla base di specifici fattori di conversione). Tale dato è stato successivamente riferito a un nucleo familiare medio composto da quattro persone. Partendo dal presupposto che ogni famiglia in questione ha consumato nell’anno in corso 96 «barili di petrolio equivalente», con un valore medio del barile di greggio di 100 dollari, se nel 2009 i prezzi dell’oro nero dovessero rimanere a 50-55 dollari, la spesa per famiglia risulterà (al netto delle variazioni di cambio) di circa di 2.500 euro inferiore a quella del 2007. Infine, considerato l’andamento dell’inflazione e in particolare dei prezzi dei generi alimentari, la stima del minore esborso per nucleo familiare può salire fino a 2.800-3.000 euro.
Nel grafico a fianco abbiamo ricostruito come una famiglia di quattro persone può risparmiare 2.800-3.000 euro in virtù dei calcoli del ministero e tenendo conto anche di altre fonti (Enel e Altroconsumo) esclusivamente per la parte di risparmio relativa alle bollette energetiche. Ieri, durante l’audizione davanti alla commissione Agricoltura di Montecitorio, Scajola ha fatto il punto sull’andamento dei prezzi, non nascondendo il suo ottimismo. «C’è una positiva inversione di tendenza» relativamente al caro-vita, ha evidenziato il ministro, «anche se inserita in un contesto economico preoccupante e di estrema difficoltà». Scajola, in proposito, ha affermato che l’ultimo dato sull’inflazione (2,7% a novembre, in ulteriore rallentamento rispetto al 3,5% di ottobre e al 3,8% di settembre), porta a ritenere che «l’attuale fase di rientro dei prezzi sia ormai un dato acquisito e che potrà rafforzarsi a partire dall’inizio del 2009». Da qui la serie di calcoli che, nelle previsioni del ministero, porterà nel 2009 vantaggi al portafoglio delle famiglie italiane. «Non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto Scajola - che una quota rilevante del prezzo dei prodotti alimentari dipende dal costo dell’energia e da quello dei trasporti: il primo, nel nostro Paese, è di circa il 30% più elevato rispetto alla media dei principali concorrenti europei, mentre il costo del trasporto, che avviene ancora prevalentemente su gomma, risente della obsolescenza della rete infrastrutturale». Ma a incidere sul caro-vita, riferito ai generi alimentari, continua a essere l’eccessiva lunghezza della filiera distributiva.

L’impegno del governo, per eliminare questo fattore, è di arrivare quanto prima all’ottimizzazione dei rapporti contrattuali tra i due punti della filiera in questione, allo scopo di ridurne i passaggi.

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