Ecco gli incentivi fiscali per far rientrare i cervelli in fuga

Incentivi fiscali per far rientrare i lavoratori in Italia: è quanto prevede una proposta di legge bipartisan che la prossima settimana per la prima volta è all’ordine del giorno della commissione Finanze della Camera. L’iniziativa è stata formalizzata da più di un anno ma non è mai stata messa in calendario ed è a prima firma Enrico Letta (del Partito democratico) e Stefano Saglia (del Popolo della libertà), oggi Sottosegretario allo Sviluppo economico. Sono 2 milioni gli italiani, sottolineano i deputati, che si sono iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero negli ultimi dieci anni, di cui il 44 per cento proviene dal centro nord. A emigrare sempre di più, osservano, sono le persone con un alto livello di scolarizzazione, che lasciano il Paese a ritmi «allarmanti» da vero e proprio «esodo». Ecco perché «proponiamo - dicono - di offrire loro uno scudo fiscale che renda concreta la scelta di tornare».

Chi è interessato - Tutti i cittadini comunitari che hanno meno di 40 anni e che hanno risieduto continuativamente per almeno 2 anni in Italia, che studiano, lavorano o che hanno conseguito una specializzazione post lauream all’estero e che decidano di fare rientro.

Bonus dipendenti - Un credito di imposta pari a 25 mila euro all’anno per tre anni in favore di quanti vogliono tornare per essere assunti come dipendenti. Il bonus raddoppia per chi fa rientro al Sud o nelle isole.
Bonus autonomi - Anche in questo caso credito di imposta da 25mila euro per ciascun anno per tre anni ma per chi inizia un’attività o un lavoro autonomo. Il bonus raddoppia se l’attività è al Sud.

Bonus imprese e partita Iva - 500 euro per ogni nuovo assunto al mese per tre anni dall’assunzione. I nuovi assunti però devono essere impiegati nelle regioni del mezzogiorno o nelle isole. Tutti i benefici, viene sottolineato nel testo, «devono rispettare la regola del cosiddetto de minimis», ovvero devono essere fruiti dal potenziale beneficiario «con il limite di 500mila euro nel triennio», previa deroga.

Corsi italiano - Tra le novità, previsti corsi di lingua destinati ai lavoratori che rientrano in Italia e ai loro familiari.



Copertura - I crediti di imposta ai lavoratori, si legge, non comportano oneri, mentre per quelli dovuti alle imprese il limite viene fissato in 150milioni di euro nel 2010. La copertura viene prevista attraverso la creazione di un Fondo di rotazione ad hoc, alimentato dal gettito reale delle imposte dirette dei soggetti coinvolti. Previsto anche un cofinanziamento da parte delle regioni.

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