Ironia della sorte, un incrocio che proprio adesso Walter Novellino avrebbe preferito evitare, visto che la panchina a Reggio Calabria gli sta franando sotto i piedi. Domani sera alle 20.45, nellanticipo dell11ª giornata di serie B, Monzon avrà lingrato compito di sfidare allOlimpico il suo recente passato, proprio quel Torino che, nel marzo 2009, lo esonerò per la seconda volta (la prima fu nellaprile 2008, per poi richiamarlo a dicembre) prima di sprofondare tra i cadetti. E se non è un testa-coda, poco ci manca perché il Torino è terzo in classifica a quota 17, mentre la Reggina è quintultima con appena 9 punti. Una partita da far tremare i polsi a Novellino che, dopo il tracollo casalingo con lAncona, aveva accusato i suoi giocatori di «mancanza di attributi». Ma la fiducia nei suoi confronti appare a tempo, dopo che il presidente Lillo Foti gli ha dato due settimane per rimediare a una classifica deficitaria: il Toro domani, a Lecce quattro giorni dopo e la partita casalinga con la derelitta Salernitana tra nove giorni, tre gare che decideranno il futuro del tecnico.
Ma limpressione è che sia decisiva la gara di Torino, con una sconfitta che scatenerebbe la rabbia e la pesante reazione dei tifosi che hanno già messo Novellino nel mirino. «Certo, mi sento in discussione come tutti gli allenatori, soprattutto ora che i risultati non sono quelli preventivati», ammette Novellino. «Io sono uno che si assume le responsabilità, anche adesso, ci metto la faccia ma le colpe non sono solo mie. Con un po di fortuna ne verremo fuori». Peccato che sulla sua strada si pongano ora i granata che, dopo un paio di tonfi (pesante quello casalingo col Modena, con la panchina di Colantuono in discussione) sembrano aver ritrovato la giusta condizione. «Torino è stata una delle tappe della mia carriera», continua Novellino, «con momenti belli ma anche bui. È unesperienza che appartiene al passato, il presente si chiama Reggina». Questo Toro però lo preoccupa: «È una squadra fortissima, bene organizzata, con un ottimo allenatore. Ci accomuna la voglia di riscatto dopo la retrocessione, anche perché la potenzialità degli organici è similare.
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