Ecco la lacrima di Kakà: "Devo tutto al Milan"

Il brasiliano giustifica il trasferimento a Madrid: "Colpa della crisi economica". "Ho sempre detto che avrei scelto solo il Real. Me l’ha consigliato anche Beckham..."

Ecco la lacrima di Kakà:  
"Devo tutto al Milan"

«La telenovela è finita». A suggellare il passaggio di Kakà al Real Madrid mancavano solamente le parole dell’attaccante che - complice il fuso orario brasiliano - sono arrivate in Italia solamente nella notte tra lunedì e martedì. «Mancavano solo le visite mediche, la trattativa era già stata chiusa, ora sono un calciatore del Real Madrid», le prime parole da Galactico di Kakà, che in una lunga conferenza stampa affronta uno ad uno i motivi che lo hanno spinto al trasferimento, le assicurazioni ricevute da Florentino Perez, i consigli dell’ex madridista Beckham e il perché del «no» di gennaio al City e l’opposizione di Ancelotti: «Si sarebbe potuto fare anche in passato, ma lui ha sempre detto di no».

Il primo pensiero di Kakà è ovviamente per il Milan «a cui devo molto. Quando sono arrivato a Milano, nessuno sapeva chi fosse Kakà e nessuno sapeva dove sarebbe potuto arrivare. Il Milan mi ha permesso di diventare un calciatore di livello internazionale e di vincere molto. Sono sempre stato felice in rossonero e non avrei accettato un altro trasferimento». E allora le ragioni dell’addio di Kakà sono da ricercare tra le pieghe del bilancio rossonero: un bilancio chiuso nei mesi scorsi con un passivo di oltre 66 milioni di euro. «Solo il Real Madrid, con il consenso del Milan, ha potuto rendere possibile un mio cambio di maglia - continua il brasiliano -. Il mondo sta attraversando una grande crisi economica che ha colpito le imprese e il Milan è un’impresa calcistica. Ho parlato con la dirigenza rossonera e siamo giunti alla conclusione che la cosa migliore per tutti era quella del trasferimento. I soldi che arriveranno dalla mia cessione potranno aiutare la società a superare questo momento di difficoltà e a costruire un futuro ancora più importante». Che i soldi non fossero il vero problema per il brasiliano, lo si era capito già a gennaio, quando il Manchester City aveva preparato un contratto da 15 milioni di euro all’anno. «Era una situazione completamente diversa - spiega il giocatore -. Il Milan ha accettato di prendere in considerazione l’offerta ma eravamo nel pieno della stagione e i tifosi rossoneri si sono mobilitati: l’impatto emotivo è stato enorme e ho deciso di rimanere». Quando si è fatto avanti il Real Madrid, ha ceduto.

Chiuso il capitolo Milan, si apre il capitolo Real. «Ho pensato che si trattasse di un progetto interessante, a Madrid giocherò con i migliori calciatori del pianeta. Ci sono giocatori eccezionali come Raul e Casillas». E poi c’è il presidente Florentino Perez, una garanzia di grandi acquisti: «Ha in mente un’idea sportiva molto valida, sta cercando di comprare altri giocatori di livello mondiale. Penso che allestirà una rosa molto offensiva, ecco perché ho scelto questo club». In Spagna vorrebbero assegnargli la maglia numero 5, indossata nel recente passato da Zinedine Zidane. «Non voglio paragoni con lui - si schermisce Kakà -, io sono appena arrivato e voglio fare la storia vincendo. Zidane ha già scritto la storia, è un modello. Io sceglierò con calma il mio numero».

Tutti contenti, insomma, persino il ct della nazionale Marcello Lippi. «Per me più stranieri vanno via, meglio è», la sua battutta prima di raddrizzare un po’ il tiro: «Diciamo che come ct della nazionale più giocatori italiani ci sono e meglio è».

Gli unici che hanno storto e continueranno a storcere il naso sono soltanto i tifosi: già diversi Milan club stanno pensando di disertare la prossima campagna acquisti, mentre Diego Abatantuono, rossonero doc promette: «Credo di disdire sia l’abbonamento allo stadio che quello alle pay-tv».

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