Ecco come Lettieri può espugnare Napoli

nostro inviato a Napoli

Adesso il centrodestra sogna il triplete. Secondo Stefano Caldoro, governatore della Campania, l’obbiettivo è a portata di mano: «Dopo Regione e Provincia, conquisteremo pure Palazzo San Giacomo. Partiamo in netto vantaggio, dal 43 per cento, ma l’area moderata e di governo arriva fino al 55». Per riuscirci, Gianni Lettieri deve però battere «lo sceriffo» e prendere il voto dei centristi. «Ce la farà - sostiene Caldoro - perché solo lui ha progetti realizzabili. La sinistra incarnata da De Magistris si limita alla protesta, il terzo polo non può scegliere loro. E del resto l’Udc è già con noi nelle altre giunte».
Il governatore forse la fa troppo facile, ma certo per il Pdl avere di fronte al secondo turno l’ex pm può essere un vantaggio. L’exploit di Luigi De Magistris ha infatti scompaginato tutti i giochi. Il «laboratorio politico» era già pronto, a Roma si lavorava per un sostegno del partito di Casini a Mario Morcone. E adesso che il prefetto è andato fuori pista? «Adesso il terzo polo mi appoggi - dice Lettieri -. Napoli ha bisogno di rinnovamento, di cambiare pelle dopo i disastri di 18 anni di amministrazioni di centrosinistra. Non vedo come l’Udc possa schierarsi con De Magistris, da lui solo demagogia e forche».
Solo chiacchiere e distintivo, come diceva Robert De Niro. E come conferma un altro che ha fatto storia, non solo da queste parti, Ciriaco De Mita: «Qui la sinistra è destinata a rimanere minoritaria perché con De Magistris è rappresentata da una posizione aggressiva, giustizialista e senza consapevolezza dei problemi che si devono affrontare». L’ex presidente del Consiglio ha ancora un bel pacchetto di voti. Dove andranno? Forse, sembra di capire, a Lettieri. «La mia analisi è questa - spiega -. A Napoli un equilibrio politico si è sfilacciato e un altro sta per nascere». Occhio anche a un altro politico campano di lungo corso, Antonio Bassolino, da qualche tempo in polemica con i vertici del Pd. «Con te avremmo vinto», gli hanno detto i suoi dopo lo scrutinio. «Può essere - ha risposto -, visto che nelle elezioni dirette conta la popolarità più dei programmi». Verso chi la indirizzerà? L’ex governatore smentisce con fermezza di aver fatto giochini sotto banco per il centrodestra, nemmeno per il suo amico Lettieri, con il quale la mattina andava a correre insieme in un parco di Posillipo. Però con Morcone è stato piuttosto freddo.
Dunque, in maniera un po’ confusa, le grandi manovre sono già partite. Il corteggiamento del Terzo polo si intensifica. Basta sentire il responsabile cittadino Marcello Tagliatatela: «Al ballottaggio guardiamo a tutti i moderati che al primo turno hanno scelto Udc e Fli e a quelli che hanno preferito restare a casa». O il coordinatore regionale Nicola Cosentino: «Ci avevamo provato ad andare uniti fin da subito, però loro hanno deciso di seguire anche qui di presentarsi da soli nel tentativo di scardinare il bipolarismo, cosa che non è avvenuta. Siamo quindi convinti di poter proseguire insieme il cammino del rinnovamento».
Sull’altro fronte il Pd è in macerie: in 4 anni ha cambiato tre segretari provinciali e due commissari e ora si trova nell’imbarazzante condizione di dover inseguire lo sceriffo. Dopo aver rifilato botte e accuse durante tutta la campagna elettorale al partito di Bersani, dopo aver saggiamente evitato di presentarsi alle primarie, poi annullate dopo i presunti brogli, adesso De Magistris si consente il lusso di farsi pregare. A caldo, Anna Finocchiaro e il commissario Andrea Orlando avevano detto che il centrosinistra avrebbe appoggiato l’ex pm. Ma lui li snobba, fa il superiore, non intende farsi targare. Prende la famiglia e se la porta a spasso in piazza Municipio, si fa pure fotografare sotto il palazzo del Comune.
L’antipolitica, insomma, questa è la sua speranza. «Mi hanno votato anche da destra perché io ho saputo girare la città e parlare con la gente. È quello che continuerò a fare in queste due settimane e quando sarò sindaco di Napoli». Ma il Pd lo insegue ancora.

«Valuti lui la formula migliore per appoggiarlo - dice ancora Orlando - noi comunque sosterremmo il centrosinistra perché a Napoli si può vincere». Anche senza il centro? «Beh - ammette - Fini e Casini, che avrebbero sostenuto Morcone, non lo faranno con De Magistris ma avranno difficoltà pure con Lettieri».

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