di Giovanni Battista Raggi*
Caro Direttore, Non ti nascondo di essere sempre più perplesso e preoccupato.
Parto dalla doverosa premessa che si dovessero effettuare interventi immediati e drastici per evitare un avvitamento della situazione italiana sullo stile Grecia e che nessuno fosse in grado, tra le parti politiche, di prendere tale impegno. Considero anche che la risposta dei mercati alla manovra è stata globalmente timidamente positiva, il che è bene.
Tuttavia non ci si può né deve nascondere alcuni effetti non dichiarati di questa manovra.
Vediamo per esempio un effetto sui Comuni e, in particolare, su quello dove ho l'onore (che in questo periodo è assai più un onere) di essere assessore alle finanze, ovvero Santa Margherita Ligure: 1) l'applicazione dell'IMU prima casa per noi è sostanzialmente neutra, visto che le maggiori detrazioni andranno a compensare l'aumento di base imponibile dovuto alla rivalutazione delle rendite del 60%; 2) l'applicazione dell'IMU sulle seconde case, grazie alla compartecipazione statale, ci porterà a minori entrate per circa 1 milione; 3) il taglio dei trasferimenti statali comporterà minori entrate al momento stimate in circa 200 mila euro; 4) l'aumento dell'IVA da settembre 2012 porterà incrementi di costo di circa 50 mila euro nel 2012; 5) l'incremento del costo della benzina comporterà un aumento di costi per il Comune di circa 150 mila euro; 6) la tassa sulle barche porterà a minori incassi da ormeggi portuali valutabili in circa 200 mila euro.
Tutto ciò senza considerare i tagli che già erano stati previsti dalle norme precedenti e che valevano complessivamente circa 750 mila euro.
Con una banale somma si arriva ad una somma (tra minori entrate e maggiori uscite) di 2,35 milioni per il 2012, che non considera ancora eventuali tagli di trasferimenti da Regione o aumenti di costi per il trasporto pubblico locale.
Un parametro utile da conoscere sono le spese comprimibili, ovvero quelle spese che il Comune ha facoltà di limitare o azzerare: a Santa esse valgono circa 3 milioni di euro, comprendendo in esse anche le spese per servizi sociali. Tanto per essere chiari: una delle voci principali del bilancio, il
personale, non è riducibile se non per pensionamenti o volontarie uscite dei dipendenti e quindi non può essere legalmente toccata.
Non esiste dunque margine per riassorbire le differenze da «Salva Italia» con riduzione di spese, salvo la folle ipotesi di azzerare gli aiuti sociali e un minimo di supporto al turismo.
Dunque anche i Comuni, e noi, dovremo agire sulla leva fiscale, chiedendo ulteriori sacrifici e sperando che siano sostenibili.
A fronte di tale situazione che aggrava il panorama generale, le poche cose realmente buone ed innovative del Decreto vengono invece rinviate a data da destinarsi. Anche questa volta, anche con questi tecnici, la paura è stata troppa per affrontare le liberalizzazioni, che invece sono e rimangono un punto fondamentale per il rilancio dell'Italia, insieme ad un profondo riordino dello Stato, alla semplificazione e razionalizzazione fiscale e al riordino del mercato del lavoro.
Possiamo solo sperare nel futuro, augurandoci che qualcuno, prima o poi, quel coraggio lo trovi e che, possibilmente, a quel punto non sia troppo tardi.
*tesoriere regionale del Pd
assessore Comune di Santa Margherita Ligure
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