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Ecco come la «milanite» ci rovina la salute

Colpisce non appena ci si trasferisce nella città della Madonnina

Ecco come la «milanite» ci rovina la salute

Giannino della Frattina

da Milano

Roba da mettere i brividi. Da prendere il contratto appena firmato dopo mesi di disoccupazione e farne coriandoli. Trasferirsi a Milano fa male. Anzi malissimo. Ma non cose generiche tipo nostalgia di casa, voglia di monti o mari puliti. La città colpisce con una vera e propria sindrome con sintomatologia immediata e piuttosto ripugnante. Modello effetti speciali in un film dell’orrore.
A fare la scoperta e a brevettarla immediatamente la dermatologa Riccarda Serri, coordinatrice internazionale dell’Isplad, sigla piuttosto cacofonica che sta per International society of plastic dermatology. Ecco allora la «milanite», un vero e proprio flagello osservato con scrupolo scientifico negli anni che colpirebbe senza distinzione uomini e donne. Unico requisito per essere minacciati dalla nuova sindrome, un recente trasferimento a Milano. Possibilmente dal Sud dell’Italia o da una località di mare. «Dopo pochi mesi dal trasloco - assicura la dottoressa Serri - spesso la pelle del corpo diventa secca e quella del viso grigia e asfittica. Compaiono brufoli e misteriose desquamazioni, prurito e macchie».
Facce che, al confronto, gli zombie della Notte dei morti viventi di Romero erano gente in salute e dall’ottima cera. «È una strana sindrome - aggiunge la dermatologa che, per non correre il rischio di partigianeria, può vantare di essere una milanese doc -. Si manifesta in modo incredibilmente costante e a risentirne non è solo la pelle». Ecco, a cascata, un’altra manciata di sintomi piuttosto disgustosi. «Anche i capelli, nelle persone più sfortunate, diventano flosci, opachi, grassi. Talvolta compare anche la forfora, prima inesistente, accompagnata da un fastidioso prurito».
Nessuna notizia certa, mette le mani avanti la Serri, sulle cause della sindrome. Principale sospettato un «cocktail» di fattori. «La pelle secca e la desquamazione mi fanno pensare alla cattiva qualità dell’aria. La pianura Padana, racchiusa tra le Alpi, è dominata da una cappa di inquinamento che danneggia non solo il respiro, ma anche la pelle». Una spiegazione anche all’ovvia domanda. Ma perché solo a chi arriva da fuori?. «I milanesi - è già pronta la replica - hanno sviluppato una sorta di immunizzazione che non vale per chi si trasferisca qui da zone più salubri». Sotto accusa, e forse non c’era bisogno della «milanite» per scoprirlo, anche i ritmi di vita stressanti. «Ormai Milano è una città isterica da “tutto e subito”: si corre sempre, si mangia in piedi al bar o alle mense, parlando di lavoro. Il culto del pasto è sparito, ma ingurgitare tutto velocemente non fa bene, specie se non si è abituati a questo stile di vita». Infine anche l’«ansia da trasloco» fa la sua parte. «Abbandonare la propria città, insieme a famiglia e amici, per un altro posto è comunque stressante e l’adattamento a una nuova vita richiede tempo». Certo è, invece, che «ben pochi neotrasferiti non sperimentano una qualche forma di “milanite”». L’unica buona notizia è che la sindrome non è definitiva. «Normalmente dopo un anno si risolve da sé - conclude la dermatologa -.

Anche se c’è chi scappa via prima».

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