«Ecco il mio film per far gustare i vini d’Italia»

«Fino a trent’anni fa la supremazia era dei francesi, poi è passata all’Italia. E oggi il nostro vino è un’eccellenza del made in Italy. La storia di questo prodotto-simbolo dell’Italia andava raccontata». Dal Vinitaly, il poliedrico imprenditore Arturo Artom lancia la sfida: far conoscere a tutto il mondo «la storia del nostro vino e le storie di tutti coloro che contribuiscono a produrlo, dal nobile al contadino». E lo fa presentando un film-documentario che presto sarà venduto e distribuito alle più importanti tv internazionali. Così chiunque «dal divano di casa, facendo zapping potrà conoscere questo nostro prodotto sempre più completo e diversificato, che fino a 30 anni fa proveniva solo da alcune parti d’Italia come Toscana e Piemonte, e che oggi tutte le regioni producono in modo eccellente». Un prodotto che si è evoluto al punto da diventare un oggetto del desiderio in tutto il mondo, alla faccia di quello francese che, troppo snob per rinnovarsi, è rimasto arroccato e chiuso negli chateau.
Il fondatore di Netsystem, dopo aver debuttato come produttore di documentari sulle eccellenze italiane con un film sui talenti dell’Accademia della Scala (con Artom Production, branca di Artom Innovazione insieme ad altre tre società fra cui la neonata Bion Sil, che si occupa invece di bio tecnologie mediche), ora si prepara a raccontare «la bellezza e la storia del nostro vino». Il docu-film si intitolerà Under the Italian Wine: un viaggio che partirà a giugno dalla Sicilia per attraversare tutta l’Italia, raccontando le storie di tanti piccoli e grandi produttori di vino italiani. Voce narrante del film sarà il conte Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli, proprietario di un’azienda vinicola fra le più blasonate (e apprezzate) d’Italia, e grande esperto di vini. Che ieri, insieme ad Arturo Artom ha presentato il progetto al Vinitaly di Verona, al padiglione Sicilia, che non a caso sarà la regione da cui partirà il viaggio. «Il documentario inizierà con una sfida fra i vini piemontesi e i siciliani», anticipa l’imprenditore, che ha coinvolto nel progetto anche Vittorio Sgarbi, per «esaltare la bellezza estetica del vino italiano. L’idea è stata proprio del sindaco di Salemi: una sfida enologica fra le due regioni per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia». Prodotto in inglese, il documentario - che ieri anche il presidente Giorgio Napolitano ha apprezzato sottolineando che «il vino rappresenta una delle eccellenze italiane» - ci farà vedere e ascoltare la «verità» sul vino, la sua magia, i suoi segreti, la sua storia e la sua leggenda.
«Faremo la stessa cosa che abbiamo fatto con la Scala di Milano, dove abbiamo raccontato le storie dei ballerini, degli scenografi, dei tenori, con un risultato di altissima qualità. Al centro di Under the Italian Wine ci saranno le winery scelte da Gelasio Gaetani, che accompagnerà gli spettatori in questo viaggio emozionale, mostrando le terre e le stagioni, raccontando come le piogge, le nevi, le grandinate e il caldo sole delle nostre terre ci portino ad avere sulla tavola il vino». Il conte Gaetani, famoso per aver consigliato e venduto vini a molti nobili e vip, presenterà anche «i grandi maestri produttori, i signori del vino, che racconteranno le storie delle loro famiglie, le tradizioni che s’insegnano di padre in figlio, le gioie e i dolori di un lavoro che si avvicina alla creazione di un’opera d’arte». Grandi nomi, ma anche contadini e «tecnici». Storie ambientate in alcuni fra i luoghi più belli d’Italia.
Settimana prossima il progetto arriverà a Cannes, e sarà presentato al Mit, il più importante mercato degli audiovisivi mondiale. «Qui lo pre-venderemo. Le televisioni più importanti di tutto il mondo lo compreranno senza nemmeno vederlo, grazie all’autorevolezza acquisita tramite il nostro primo lavoro, trasmesso con successo da Rai Due e da molte reti internazionali», dice Artom. Che già pensa al prossimo progetto.

Un nuovo documentario sui misteri delle chiese italiane, ideato con Arnoldo Mondadori: «Un giro fra le più belle chiese italiane, e i loro misteri, unite dal fil rouge del silenzio. Un po’ sulla scia dei romanzi di Dan Brown». Che non a caso sono (in parte) ambientati in Italia, il nostro bellissimo Paese spesso bistrattato dagli italiani ma molto amato dagli stranieri.

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