«Ecco il motore Fiat per Chrysler»

A Palazzo Chigi si sta valutando se rinviare l’incontro del 22 dicembre tra il governo e l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, sul futuro degli stabilimenti auto del gruppo torinese. Il rinvio consentirebbe al premier Silvio Berlusconi di concludere la convalescenza e di presiedere il vertice.
Dagli Usa, intanto, Marchionne spinge sull’acceleratore della Chrysler e fa sapere che, grazie a un investimento di 179 milioni di dollari per avviare a Dundee (Michigan) la produzione del motore 1.4 Fire con tecnologia Multiar, saranno creati oltre 570 posti insieme all’introduzione di 155 nuove figure lavorative. L’annuncio di Marchionne, che è anche ceo del gruppo americano, è stato accolto positivamente dal sindacato Uaw, il cui vicepresidente General Holiefield si è detto «felice e particolarmente emozionato». «Siamo impegnati a lavorare con l’azienda - ha aggiunto - facendo di tutto per assicurare che il lancio del nuovo propulsore sia un successo». Il motore Fire, considerato un gioiello della tecnologia Fiat per i ridotti livelli di emissioni e i bassi consumi, debutterà negli Usa nel 2011 a bordo della 500 (la city-car sarà prodotta in Messico e il 50% sarà esportato in Sud America). «È un ulteriore passo - ha spiegato Marchionne - che dimostra l’impegno nel mantenere la promessa di fondo dell’alleanza strategica Fiat-Chrysler». L’avvio della produzione del motore, fissata nell’ultimo trimestre del 2010, consentirà al Lingotto di aumentare di un altro 5% il proprio peso nella Chrysler. Fiat, quindi, è a un passo dal 25% della casa americana. Il prossimo step avverrà nel momento in cui Torino introdurrà negli Usa una vettura capace di percorrere 64,4 chilometri con un gallone di benzina (3,8 litri) e un ulteriore passo avanti del 5% è previsto quando l’azienda di Auburn Hills genererà oltre 1,5 miliardi di dollari di vendite fuori dal mercato nazionale. Intanto, mentre si attendono novità da Roma sul vertice del 22, continuano le voci su possibili manifestazioni d’interesse per l’area Fiat di Termini (Palermo) da parte di altri gruppi industriali.

Alle smentite arrivate dalla cinese Chery, si guarda ora a una ipotetica pista indiana (Tata e Mahindra&Mahindra) e a quella che conduce a una società lombarda produttrice di bus elettrici, disposta a occupare parte dell’insediamento. Caldo resta anche il fronte incentivi.
L’Unrae (case estere) teme infine che la proroga preveda un super bonus solo per le auto bi-fuel a metano, con esclusione quindi di quelle a Gpl.

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