Inutile far finta di niente: è la sera di Pato nel Milan e nel calcio italiano, il debutto di unragazzino di18anni che sembra un bambino, arriva dal Brasile e non pare affatto condizionato dal cancan mediatico scatenato attorno a lui. Il primo effetto concreto è il gran pienone che si annuncia a San Siro (65 mila tra abbonatie biglietti venduti), il secondo è un risvolto statistico: la squadra più matura del torneo schiera il tridente d’attacco più giovane di tutto il campionato (Kakà, Gilardino, Pato). Per tutto il resto l’appuntamento è astasera, alla sfida col Napoli e alle prime imprese balistiche del “Papero” che ci regaleranno le dimensioni tecniche dell’ultimo arrivato. Per ammirare meglio Pato e non cadere in inganno, è forse il caso di osservare alcune istruzioni per l’uso.
1 Non aspettatevi una foca
ammaestrata. Le immagini
che girano in queste ore, riproposte
dalle tv e riprese un anno fa,
di questi tempi, nel mondiale per
club a Yokohama, in Giappone,
segnalano quel palleggio volante
con la spalla destra, lungo la linea
dell’out laterale. No, Pato
non è Maradona e neanche uno
di quei fenomeni da circo. È un
ragazzo che predilige il gioco di
sponda, l’uno-due, il famoso
«dai e vai» e che ha nel mirino,
costantemente, la porta. La tiene
d’occhio, la cerca, l’attacca
senza paura di sbagliare.
2 Non aspettatevi un bisonte
d’area di rigore. Alla Nordhal
per intendersi. È vero, come
sostiene Carlo Ancelotti, che
il ragazzo, «è una prima punta»
e «può giocare in coppia con
chiunque, Ronaldo, Gilardino o
Inzaghi senza particolari differenze» ma è altrettanto vero che
si tratta di un normolineo, non
ancora fiorito del tutto, che sviluppa
la potenza massima in velocità
con uno spunto, nel breve,
da formula uno. A dispetto dell’altezza
(179 centimetri) media,
si fa valere nel gioco aereo, grazie
allo stacco e alla scelta del
tempo. Di testa realizzò il suo primo e
unico gol ufficiale in maglia
rossonera, a Kiev, nell’amichevole
di settembre scorso.
3 Non aspettatevi che giochi
con continuità. Negli ultimi
sei mesi Pato si è solo allenato:
due le partite amichevoli organizzate
apposta per lui, in una, a
Kiev ha destato positive impressioni,
nell’altra, in Spagna, si è
fermato per un piccolo acciacco
muscolare. Non ha l’abitudine alla
partita, allo sforzo muscolare
prolungato e soprattutto non è
ancora collaudato a recuperare
velocemente i carichi di fatica.
Perciò non bisognerà abusare
del suo utilizzo, anzi sarà utile dosarlo.
4 Non aspettatevi che brilli
sotto l’acqua (le previsioni
del tempo garantiscono un miglioramento
dopo il diluvio di ieri
su Milano e Lombardia). La
sua migliore caratteristica è la
velocità, dunque ha bisogno di
campiasciutti per renderealmeglio
e per esprimere tutti i suoi
numeri di qualità.
5 Non aspettatevi un ragazzo
timido. Se Pato ha una
qualità che rende sicuri quelli
del Milan è il suo temperamento.
È assolutamente allergico a ogni emozione, non accusa il
batticuore e se ne sta tranquillo
e sereno prima dell’esordio in
serie A e a San Siro, come se
dovesse andare al cinema con
gli amici del suo borgo, Pato
Branco, nella regione del Paranà.
6 Non aspettatevi che dia battaglia
ai picchiatori di casa
nostra. È vero, in molti lo aspettano
al varco e pensano di ridurlo
alla ragione con qualche randellata
sulla caviglie secondo
uno stile che non tramonta mai.
È l’unico neo scoperto da Pato
nel campionato italiano. Dalle
sue parti, dove hanno a cuore lo
spettacolo calcistico, certe entrate non sono né consentite né suggerite.
7 Non aspettatevi che faccia
gol a raffica. «Non gli chiedo
2 gol a partita, ma è destinato a
farli» garantisce perlui CarloA ncelotti
che si aspetta certo di risolvere
i problemi legati ai numeri
scadenti in fatto di gol e di vittorie
domestiche (il Milan non vince
a San Siro in campionato da
nove turni). Il gol è il suo mestiere:
è capace di farne di sciocchi,
e di pezzi unici da collezione.
8 Non aspettatevi che rispetti
le gerarchie. Ha la faccia del
bravo ragazzo ma anche il carattere
del guascone perciò non lo
vedrete passare la palla al sodale
più anziano. È pronto a dialogare
con Gilardino e Kakà, solo
nei confronti di Ronaldo ha qualche
remora: è il suo idolo e gli
idoli si rispettano.
9 Non aspettatevi che faccia
grandi scene dopo ungol. In
Canada, al mondiale under 20,
era un capo-ciurma e solo una
volta ha ceduto alla scenografia
lasciandosi lustrare gli scarpini
dai compagni d’arme.
10 Non aspettatevi che porti
il Milan a Mosca.
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