«Ecco perché bisogna cambiare l’Ici»

«Ecco perché bisogna cambiare l’Ici»

La tassa sulla casa, o meglio la soglia della sua esenzione fissata ora a 200 euro, da pagare non tanto in base al reddito, quanto alle condizioni economiche del nucleo familiare. Questa la proposta dell’onorevole e assessore Bruno Tabacci da due giorni impegnato in commissione Bilancio alla Camera per esaminare decreto «Salva Italia» del governo Monti.
Onorevole Tabacci, la tassa così com’è non le piace?
«Stiamo parlando dell’articolo 13 del decreto legge “Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e consolidamento dei conti pubblici”.
La manovra di Monti. Quella che rimette la tassa sulla prima casa.
«L’anticipazione sperimentale dell’Imu, l’ex Ici».
La tassa sulla casa è quella che prima non si pagava.
«L’articolo dice che dall’imposta dovuta per l’abitazione principale, si detraggono euro 200».
E lei ha in mente di cambiarla?
«La mia idea è che questa franchigia non possa essere indifferenziata. Credo sia più opportuno tener conto dei carichi familiari, della ricchezza patrimoniale».
L’emendamento che ha proposto in commissione Bilancio alla Camera.
«Nell’articolo 5 dello stesso decreto, si legano le possibilità di interventi e agevolazioni al mancato superamento di una soglia stabilita per l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente».
Chi ha di più perde il diritto a certi aiuti.
«Entro il 31 marzo ci sarà il dpcm per individuare la rilevanza della ricchezza patrimoniale».
E lei vuol legare anche la franchigia all’indicatore Isee?
«Per chi è sotto la soglia la franchigia sale, per chi è sopra scende».
Chi ha di più, paga di più.
«Dobbiamo arricchire il dato sulla franchigia anche delle caratteristiche del nucleo familiare. Per qualcuno potrebbe salire anche a 300 euro».
Magari con il numero di figli.
«Certo».
Il tutto a saldo invariato.
«Esattamente».
Chi pagherà di più e chi di meno?
«Ma cosa vuole che ne sappia adesso. Il governo stabilirà la soglia il 31 marzo».
Certo che una tassa sulle famiglie di questi tempi...
«Se il governo precedente non avesse negato la crisi. A maggio secondo Berlusconi non c’era bisogno di niente, poi a luglio una manovra, ad agosto un’altra cambiata cinque o sei volte. Intanto i punti base dello spread sono passati dai 175 di maggio ai 575 di novembre».
È una manovra pesantissima.
«La cosa più importante oggi per gli italiani è restare nell’euro, se ne uscissimo saremmo morti».
È proprio così necessario?
«Ascolti, il passaggio alla lira porterebbe un gran nocumento. Sarebbe deflagrante».
Le associazioni dei proprietari immobiliari dicono che così aumenteranno gli affitti.
«Siamo in una situazione grave. Mica possiamo stare a sentire le lamentele di ogni associazione che difende interessi particolari».
Ma a pagare di più saranno gli inquilini.
«Il mercato immobiliare non mi sembra avere una spinta particolare. Io se avessi un inquilino che rispetta i locali e paga regolarmente, me lo terrei ben stretto.

Senza aumentare niente».
La chiesa deve pagare l’Ici?
«Le attività legate al commercio e all’alberghiero la devono pagare come tutte le altre. Non certo i miei amici fraticelli che organizzano qualche mensa per chi ne ha bisogno».

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