Gentilissimi Massimiliano Lussana e Diego Pistacchi,confesso di avere letto con molta sorpresa larticolo di Diego Pistacchi «25 aprile: condannano i vinti, non i violenti. I democratici che giustificano la violenza rossa» nella parte in cui si scrive che sarebbero «stati addirittura giustificati gli assalti anarchici» al carcere di Marassi nella serata del 25 aprile scorso a Genova. Lamico Pistacchi scrive che «persino il Sappe, il sindacato autonomo, smorza i toni, spiegando che anche lincendio di cartacce appiccato dai detenuti, rientra nella normale routine. Tutto bello, tutto edificante, dunque». Tutto mi sarei aspettato di leggere, ma certo non questa ricostruzione di Pistacchi (che pure mi conosce bene e sa come la penso) sui presunti eventi accaduti la serata di Pasquetta a Marassi che non risponde affatto alla realtà dei fatti.
Ho detto e scritto che quella che è avvenuta nella serata di Pasquetta nel carcere di Genova Marassi, durante la manifestazione di gruppi antagonisti, anarchici e dei centri sociali per la ricorrenza del 25 aprile, è stata una protesta sostanzialmente senza troppi problemi di sicurezza per i bravi poliziotti penitenziari in servizio, che hanno saputo controllare e gestire la situazione con professionalità e competenza. Ma la sera del 25 aprile non cè stato nessun assalto al carcere di Marassi e men che meno una rivolta interna. Lo dico perchè è quello che è successo e perchè trovo sia da irresponsabili lanciare questi allarmi strumentali per apparire sui media.
Quel che più mi ha dato fastidio è far passare su Il Giornale quel che il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe (e chi lo rappresenta) non è: una Organizzazione che giustifica e tollera violenze. Non è affatto così! E lo dimostrano la storia del Sappe e la mia personale. Ricordo a me stesso che il Sappe e chi lo rappresenta è stato ed è spesso indicato, da gruppi dellarea antagonista, obiettivo di iniziative e contestazioni nellambito di una diffusa e costante campagna anticarceraria, il cui culmine si registrò nel dicembre 2004, quando venne recapitato negli uffici della Segreteria Generale di Roma un pacco bomba per fortuna intercettato in tempo.
Sapete come la penso sulleversione antagonista, sulla natura violenta di certe manifestazione contro il carcere inteso come Istituzione, sul G8 e su Carlo Giuliani. Sapete quante volte ho detto e scritto che il piazzale del carcere di Marassi come tutte le sedi istituzionali delle Forze di Polizia - dovrebbe essere interdetto e quindi non ospitare manifestazioni antagoniste (che invece si autorizzano e si tengono regolarmente), banchetti di gruppi anarchici contro carcere ed ergastolo (che pure con costante regolarità sono spesso davanti allaccesso del carcere di Marassi dedicato ai familiari ammessi a colloquio con i detenuti) ed anche la sosta dei pullman di coloro che vanno allo stadio (che se per il 99% delle volte sono pacifici, preoccupano per il restante 1%).
Sapete che esporsi così, e pubblicamente, non è gradito. Ed il pacco bomba arrivato negli uffici della Segreteria Generale del Sappe a Roma nel 2004 lo ha inquietantemente conferma. Non voglio però passare per quello che predica bene ma razzola male. E quindi il Sappe (e chi lo rappresenta) non giustifica affatto alcuna violenza e men che meno assalti a strutture penitenziarie, anche quando come la sera di Pasquetta nel quartiere di Marassi a Genova non ci sono state. Sono certo che la Vostra abituale cortesia e correttezza faranno sì che questa mia possa trovare spazio su Il Giornale. Con immutata stima, un cordiale saluto.
*segretario generale aggiunto Sappe
Caro Martinelli, come ho già avuto modo di dirti, anchio - conoscendoti e conoscendo le tue posizioni - sono rimasto sorpreso dal tuo comunicato. Non ho scritto che il Sappe ha giustificato gli assalti anarchici, ma che «il Sappe smorza i toni, spiegando che anche lincendio di cartacce appiccato dai detenuti, rientra nella normale routine». Mi pare che tu stesso confermi con questa lettera che a vostro avviso si sia trattato di «una protesta sostanzialmente senza troppi problemi di sicurezza».
DPist
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