«Ecco perché i conti della sanità sono in rosso»

Antonella Aldrighetti

«I conti della Sanità sono al rosso endemico: il bilancio preventivo regionale del 2006 partirà con un disavanzo, approssimato per difetto, di un miliardo e 200 milioni di euro. Una cifra per la quale non c’è copertura alcuna a meno di non aumentare le tasse a luglio prossimo in sede di assestamento». È l’analisi puntuale di Andrea Augello (An) vicepresidente del Consiglio regionale e già assessore al Bilancio che, carte alla mano, spiega come nei mesi successivi all’insediamento della giunta ulivista la gestione sanitaria «è stata frutto del personalismo esclusivo dell’assessore Augusto Battaglia che, all’insaputa della sua coalizione, avrebbe tenuto nel cassetto i bilanci delle Asl almeno fino a ottobre, quando ha dichiarato che a scoprirli erano stati i direttori generali nominati da Piero Marrazzo».
Tastando il «polso» alla Sanità laziale viene fuori che ci sarà bisogno di raddrizzare il tiro e scontare, ai servizi, un 12 per cento in tre anni.
«Non è stato ancora formulato come e dove si taglierà. Di quel 3 per cento annuo solo un punto lo incasserà la Regione e non basterà se non per coprire la rivalutazione dei costi. I problemi sono altri: la manovra 2006 lascia inevasa la domanda di racimolare risorse per coprire un disavanzo manifesto che Battaglia conosceva già dal giorno del suo insediamento perché i documenti relativi ai bilanci 2003 delle Asl glieli aveva consegnati il suo predecessore Marco Verzaschi».
Sta affermando che Battaglia avrebbe «ingannato» la sua maggioranza?
«Se il reale disavanzo fosse venuto fuori a maggio, non avrebbe potuto giustificare di non vendere il San Camillo e il Santa Maria della Pietà, rinunciando a 500 milioni di euro, così come non avrebbe potuto incrementare del 10 per cento le prestazioni alle ospedalità private per altri 112 milioni di euro. E mettiamoci pure che, tra le poste passive sono stati aggiunti altri 240 milioni di euro derivanti dall’accordo sulla dirigenza medica. Inoltre non avrebbe potuto riaprire i bilanci regionali del 2003 e del 2004 e spalmarci sopra i debiti fatti nel 2005. Inoltre già ad agosto, erano stati forniti all’assessore direttamente dall’Asp, ancora guidata da Domenico Gramazio, le produttività del 2004. Tutte queste voci di spesa erano più che note a Battaglia. Per quanto riguarda l’assessore al Bilancio Luigi Nieri credo che ne sia venuto a conoscenza più tardi. E intanto in questo clima di personalizzazione politica della sanità, il resto della coalizione di sinistra è rimasto all’oscuro».
È questo il motivo che ha portato i numeri del disavanzo a crescere via via che passavano i mesi?
«Il milione e 200mila euro di disavanzo prodotto sul 2005 è stato reso noto solo a novembre. A luglio stavamo a 225 milioni di euro, ad agosto ne sono stati aggiunti altri 450. Cifre che peraltro sono state anche messe sul tavolo delle agenzie di rating e alle quali Battaglia dovrà dare risposta. Così pure al consiglio regionale, perché se il politico che fa propaganda gettando fango sugli avversari è un assessore, quindi rappresenta l’istituzione, non può gestire politicamente dei dati istituzionali incontrovertibili. Battaglia ha usato i bilanci delle Asl per fare propaganda. A luglio prossimo l’assessore Nieri dovrà trovare altre risorse perché pure quel 3 per cento di incremento sul servizio sanitario, riconosciuto dal governo, è stato prosciugato».
E dove verranno reperite?
«Dalle tasche dei cittadini. Immagino con l’incremento del bollo auto e dell’Irpef.

Per incrementarla di mezzo punto basta una delibera di giunta».
In questo bailamme di atti e «censure» s’è messa di traverso pure la magistratura...
«È ora di fare un’operazione verità sui fatti accaduti tra il 1998 e il 2005».

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