Ecco perché l’imprenditore preferisce mantenere il silenzio intorno a sé

(...) capace di aiutarti e di farti fare carriera... Va precisato che questi modi di dire se sono del sud, riflettono però una più o meno accentuata mentalità nazionale. Va però detto che l'esaltazione della «famiglia» anche a detrimento delle regole che dovrebbero essere (ma non lo sono) condivise, non può sottacere i meriti dell'istituto familiare in quanto tale. È chiaro che un tratto marcato di devianza rispetto alle regole da parte della potenza, della compattezza e dell'esuberanza dell'istituto famigliare quando esso è già forte, esiste di per sé. Purtroppo non c'è soltanto questo. Il fare del «familismo amorale» va a detrimento della corretta selezione e si risolve in un danno per incremento di inefficienza in quelle mansioni che determinati individui sono destinati a compiere. Se questo è il costume prevalente non c'è dubbio che chi, come Spera agisce secondo la tendenza del tutto contraria, tema di veder sorgere attorno a sé molti più ostacoli di quanto magari egli già non ne abbia. L'imprenditore-impresario culturale, come molte nature operose, preferisce attorno a sé il silenzio. Visto quel che la nostra città è diventata, come dargli torto? La questione però genovese appare più complessa. Sembra proprio che la forza di una decina di famiglie potenti abbia costituito un blocco che rappresenta una esagerata forma di autoprotezione. Accanto a quanto sopra detto, suona quasi ironico che l'ingessatura di Genova sia stata garantita dalla sinistra che ha conservato il governo delle istituzioni per quasi circa quarant'anni senza una vera e propria soluzione di continuità.

L'intreccio della forza elettorale di sinistra (e di sinistra centro) con le oligarchie genovesi non ha risolto i problemi da cui è scaturita la decadenza del capoluogo ligure e nemmeno ha fatto riprendere (se non in misura risicatissima) il ciclo virtuoso dell'economia genovese e ligure. È tempo che i genovesi traggano le dovute conseguenze.
*docente di Filosofia, scrittore

Domani anche Massimiliano Lussana replicherà alle garbate «provocazioni» di Vincenzo Spera

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