Ecco perché Pasqua non è mai lo stesso giorno

Natale è sempre nello stesso giorno, il 25 dicembre; la data della Pasqua no. Eccone i motivi.
Nei diecimila anni trascorsi dall'alba della civiltà al 1582 tutti i popoli avevano cercato di sincronizzare le date dei loro calendari con il susseguirsi delle stagioni, mai con un determinato giorno dell'anno, com'è l'equinozio di primavera. Il nostro calendario nasce dalla esigenza di sincronizzare con l'equinozio di primavera, il che vuol dire appena un giorno in un anno, l'informazione che ci viene data dal calendario stesso. Motivo: Cristo risorge la prima domenica dopo il plenilunio che segue l'equinozio di primavera. Sbagliare la data dell'equinozio ha come conseguenza che il giorno di Pasqua non è corretto. La Resurrezione di Cristo mette nel Calendario l'esigenza di conoscere i tre movimenti della Terra. Quello di rotazione a trottola che dura 24 ore e da cui nascono il giorno e la notte; quello detto di rivoluzione attorno al Sole da cui nascono le stagioni (grazie al fatto che l'asse della trottola-Terra non è perpendicolare al piano dell'orbita); il terzo movimento spiega come mai la nostra Stella Polare è diversa da quella degli Egizi. Se l'uomo riuscisse a vivere mille volte più a lungo della attuale massima quantità d'anni (cento), vedrebbe che nel corso della sua vita la Stella Polare cambia e che l'asse della trottola-Terra non è fisso nel Cosmo. Sarebbe come toccare con mano il terzo movimento della Terra.
Questo terzo movimento (che smantella il legame tra segni zodiacali e date di calendario) è stato scoperto da Ipparco di Nicèa duemiladuecento anni fa, ma ancora oggi poco noto. Dedichiamogli un po' di attenzione.
La Torre di Pisa deve la sua fama al fatto che l'angolo tra il suo asse e la perpendicolare al piano su cui è posta, il prato, non è zero. Se fosse zero la Torre di Pisa sarebbe perfettamente perpendicolare al prato e non sarebbe così famosa.
C'è un altro angolo di gran lunga più importante per noi: se fosse zero non avremmo le stagioni. Al posto dell'asse della Torre dobbiamo immaginare l'asse della trottola-Terra. E al posto del prato, il piano su cui si trova la pista cosmica - detta orbita - che circonda il Sole e sulla quale viaggiamo a quasi 110.000 km orari.
Ci sarebbe un modo per aumentare di molto la fama della Torre di Pisa: basterebbe farla girare attorno alla perpendicolare al prato, che possiamo visualizzare come un altissimo palo piantato accanto alla Torre. Questo movimento della Torre, attorno al palo perpendicolare al prato non è possibile in quanto la Torre è ben fissa al suolo. È invece possibile con l'asse della trottola-Terra, in quanto il centro della trottola viaggia sulla pista cosmica. Questa pista non è come il prato; essa si trova nello spazio cosmico vuoto ed è generata dalla forza di attrazione gravitazionale che la massa del Sole esercita sulla trottola-Terra. Questa forza vorrebbe che l'asse della trottola finisse sul piano dell'orbita. A questo si oppone una ben nota Legge Fondamentale della Natura. È la stessa legge che impone una piccola elica supplementare negli elicotteri. Se non ci fosse quest'elica, la cabina si metterebbe a ruotare in senso opposto a quello in cui ruotano le pale sostenitrici del volo. Ecco perché l'asse della trottola-Terra subisce una rotazione attorno alla perpendicolare al piano dell'orbita. È come se la Torre di Pisa fosse costretta a girare attorno al palo.
È questo il terzo movimento della Terra. Da esso nasce ciò che Ipparco chiamò il movimento di «precessione degli equinozi». Il grande astronomo greco infatti scoprì che la data di un equinozio si muove in avanti (precede quella degli anni precedenti) se il calendario non ne tiene conto. Per non commettere errori sulla ricorrenza della Pasqua è necessario sincronizzare la data del calendario con i tre movimenti della Terra e quelli della Luna.
Il privilegio di risolvere questo problema doveva spettare a un cattolico, Aloysius Lilius, nato a Cirò. Di lui la Regione Calabria ha iniziato nel 2010 le celebrazioni per il quinto centenario della nascita. Questo appassionato studioso dei movimenti di Terra e Luna propose a Papa Gregorio XIII due correzioni al Calendario Giuliano che tutti usavano.
La prima era di togliere dieci giorni al calendario esistente per correggere il ritardo accumulato nei secoli precedenti; la seconda era di togliere nel nuovo calendario tre giorni ogni quattro secoli. Gregorio XIII ebbe il coraggio di promulgare il nuovo calendario con la Bolla «Inter gravissimas pastoralis officii nostri curas» firmata a Mondragone (Frascati) il 24 febbraio 1582. Il Calendario Gregoriano aveva una precisione incredibile per quei tempi. Il pendolo non era ancora stato inventato e nessuno sarebbe stato in grado di misurare la precisione di sette centesimi di secondo al giorno.
La cosa straordinaria è che il Calendario Gregoriano è stato elaborato prima che Galilei scoprisse la Scienza. Esso nasce infatti dalla «concezione mistica del Tempo» grazie a Dionigi il Piccolo, mille anni prima che Aloysius Lilius riuscisse a calcolarne i giorni esatti e Papa Gregorio XIII nel 1582 ne decretasse le regole. Togliendo ancora altri tre giorni ogni cento secoli e due giorni ogni milione di anni si ottiene il calendario «perfetto».
Con esso la data della Pasqua e l'equinozio di primavera resteranno perfettamente sincronizzati fintantocchè il Sole brillerà, il che vuol dire, per i prossimi cinque miliardi di anni.

Al calendario perfetto non sarebbe stato possibile arrivare senza la concezione «mistica del Tempo» che stabilisce l'occorrenza della Risurrezione di Gesù in una data legata alla sequenza di tutti i movimenti di Terra e Luna. Ecco perché la Pasqua non corrisponde a una data fissa del calendario, come è il Natale, sempre il 25 dicembre.

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