Emmanuele Gerboni
È come il gioco delle tre carte, ti prendi tutto il montepremi soltanto se scopri quella giusta. Altrimenti finisce che al termine del campionato serve ancora una mano, ti siedi al tavolo verde e questa volta potrebbe essere il banco a far saltare il Genoa. Ci sono tre carte, i rossoblu non possono più sbagliare. Vittoria, pareggio, sconfitta. Ricordiamo, di fronte c'è il Venezia: 35 punti, i lagunari navigano già in serie C da un pezzo. La prima ipotesi è questa. Milito (richiesto dal Palermo con Makinwa) e soci fanno semplicemente quello che devono fare (cioè vincono) e la questione finisce lì.
L'unico problema diventerebbe solo questo, che marca di champagne scegliamo per festeggiare? Questa la versione numero uno. Ottimistica? No, diciamo quella più reale. Però, la palla è rotonda, il calcio non è una scienza esatta, magari Lulù Oliveira fa un gol da cinquanta metri, il Venezia fa un brutto scherzo al Grifone e tocca pure sintonizzarsi sugli altri campi per capire com'è andata. Togliamoci subito il pensiero, ecco la domanda che nessuno vorrebbe fare. Cosa potrebbe succedere se il Genoa dovesse perdere o pareggiare? Probabilmente, i play- off sarebbero la giusta punizione ma questo è un altro discorso. Facciamo due conti insieme.
Il Genoa parte con una dote di due punti in più, Torino e Perugia rincorrono a settantuno. I rossoblu perdono, piemontesi e umbri vincono: il Genoa finisce quarto che significa partire con il piede sbagliato pure in questa lotteria di fine stagione. Perché? La classifica avulsa punisce in ogni caso la squadra di Cosmi. E si ricorrerebbe agli scontri diretti anche se il Genoa portasse a casa un pareggio con il Venezia e contemporaneamente vincessero il Torino (in trasferta a Treviso) e il Perugia contro l'Albinoleffe. Un segno ics a Marassi, un 2 a Treviso e Bergamo ed ecco che crollerebbe il castello dei sogni. Genoa, Torino, Perugia a settantaquattro punti, ma non sarebbe questo l'ordine giusto. Una precisazione.
Diamo per scontata la vittoria degli umbri, in fondo l'Albinoleffe ha già chiuso il suo campionato. Non è così ovvia, invece, la passeggiata di Pinga e compagni a Treviso perché la squadra di Bepi Pillon (64 punti) deve difendersi dall'assalto del Modena (a quota sessantuno) che andrà ad Ascoli (ferma a cinquantanove dopo la sconfitta di domenica con la Salernitana) per mettere il suo nome nell'ultima poltrona disponibile per i play off. Ricapitolando, sabato sera potrebbe andare anche così.
Tutti insieme appassionatamente a settantaquattro punti. Sarebbe una bastonata per il Genoa, basta andarsi a rivedere il film del campionato per capire che Perugia e Torino stanno meglio. Nella classifica avulsa, i rossoblu hanno soltanto un patrimonio di due punti (pareggi in casa con i granata e bis in Umbria), un gradino sopra il Perugia con cinque punti (quattro prelevati al Genoa) mentre in testa a questa mini-classifica troviamo il Torino che non hai perso: vittoria e pareggio, con le altre due concorrenti. Totale: otto punti.
Riepilogo. Granata in serie A, gli uomini di Colantuono secondi nella classifica avulsa (ma terzi in quella regolare) e Genoa dietro a tutti con la beffa di partire in quarta fila nei play off. Questa l'ipotesi che temono tutti i tifosi genoani, tre squadre a pari punti. Ma il problema della speciale classifica avulsa si riproporrebbe anche in presenza di altre due situazioni: il Genoa si trova a braccetto con il Perugia oppure con il Toro. Sarebbe garantita l'appendice dei play off. Perché vale sempre il ragionamento fatto prima. I rossoblu pagherebbero dazio (visto l'esito degli scontri diretti) con entrambe le due nemiche.
La sconfitta con i lagunari? Beh, prendiamola in considerazione giusto per la statistica: in questo caso, la formazione di Cosmi dovrebbe sperare in un terremoto delle altre. In caso di pareggio, abbinato alla vittoria di Perugia e Toro, è play off al 100%.
Ma intanto lumore non è dei migliori perché ci saranno due squalificati (Brevi e Sottil).
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