Coprili di soldi. Compra, vendi, compra, vendi, vendi, vendi, vendi. JR si crea e si distrugge da un telefono pubblico della scuola. Il suo conto è una fisarmonica che non smette di ingrossarsi e poi si affloscia in un momento. LAmerica sa, lAmerica ha visto. Questa è la premonizione della crisi, la visione di un futuro che è arrivato peggio di quanto si pensasse, la versione anticipata del disastro finanziario. JR è un grande manager da bambino, capace di immaginare gli affari moltiplicati allinfinito e i soldi creati dal nulla. JR è un romanzo che adesso non può essere solo un romanzo. È lo specchio deformante dellAmerica che si guarda normale e poi si scopre sbagliata. William Gaddis lo pubblicò nel 1975, arriva in Italia ora (Alet, 922 pagg, 34 euro) e sembra un colossale testamento finanziario, una storia immaginaria che stira la realtà per renderla così incredibile da restare in testa. Perché JR è il titolo, ma è anche il nome del protagonista del romanzo. JR Vansant è uno scolaro di undici anni che vive a Long Island, dove Wall Street a malapena si vede e forse si sente, dove è una notizia nel telegiornale, o un sogno da realizzare nella vita: broker, affarista, intrallazzone, vincente. Un Margarita, un gessato con bretelle e un pacchetto di titoli da amministrare. Long Island è la prima periferia dellimpero, il primo vuoto dopo il pieno. È un posto vicino e lontano.
È un miliardario, JR. Coperto di soldi: compra, vende, compra, vende, vende, vende, vende. Amministra i dollari che ha tirato su da quel giorno che fece affari col compagno di banco. Lha vista la Borsa: linsegnante di prima media accompagnò lui e i suoi amici ad «apprendere come funziona il sistema». Si poteva comprare simbolicamente qualcosa: prendono unazione del pacchetto della Diamond Cable. Linizio. Perché questa è una delle morali: ci sei dentro e ci resti, basta una volta, una sola. Allora mentre il titolo acquistato dalla classe perde il dieci per cento in poche ore, mentre i broker e i funzionari della corporation sono impegnati in manipolazioni dei mercati di ogni genere, mentre cercano di intrallazzare con leader stranieri e parlamentari americani, con lobbisti e consulenti, mentre laddetto stampa della Diamond lecca i piedi a chiunque per dare prestigio a se stesso e alla sua azienda, JR capisce come funziona il sistema, studia il regolamento interno della Diamond Cable, ponendo domande precise e puntigliose, come queste: «Che cos'è un certificato azionario al portatore?» e «Che cosa significa quel segno meno due ottavi?».
A undici anni, Vansant capisce che la quota azionaria acquistata dalla classe autorizza lui e i suoi compagni a presentare un ricorso legale. Nel giro di poche settimane, minacciando di fare causa e accettando una transazione in contanti, JR si crea imprenditore di se stesso. Lui che è piccolo, ma sarà grande; lui che è sveglio, spietato, infame. Si attacca al telefono a gettoni della scuola e da lì lavora mentre gli altri studiano, mentre gli altri silludono di diventare qualcuno imparando. JR non è come gli altri, JR fa i soldi.
Ha scoperto tutto troppo presto e poi capirà di più: «Perché uno dovrebbe andare a rubare e violare la legge per arraffare tutto quello che può quando cè sempre una scappatoia grazie alla quale puoi agire legalmente e arraffare tutto in ogni caso?». Tre righe per dire tutto. Tre righe per spiegare mille pagine. Spiegano che Gaddis critica la società americana senza dare giudizi personali. Qui non ci sono narrazioni esterne, non cè un occhio che guarda, legge e poi scrive. È un immenso e straordinario dialogo che nel 1975 dovette sembrare qualcosa di paradossale e lontano, una specie di analisi estrema della disapprovazione verso il capitalismo. Adesso no. Adesso che abbiamo visto gli occhi di Richard Fuld che ha portato Lehman Brothers al fallimento o il volto vigliacco di Bernie Madoff (nella foto a sinitra) che ha truffato il mondo, JR è un presagio. Il piccolo Vansant è Bernie e tutto il sistema Ponzi che si trascina dietro. «Il trucco sta nel far lavorare per te i soldi degli altri». Gaddis aveva immaginato le piramidi rovesciate che portano tutti i soldi nelle mani di uno. Cioè di JR, il baby-finanziere, il simbolo del «sogno americano alla rovescia», cioè di che cosa succede quando il sistema del libero mercato finisce fuori controllo. È successo trentatrè anni dopo. Ora. Previsione, profezia, preveggenza: di Gaddis si può dire tutto, oggi. Facile? Sì, forse. Oppure no: qui si racconta un mondo che ora è più reale della fantasia. Ci sono montagne di soldi sospesi nel nulla, ci sono vortici finanziari che si autoalimentano, ci sono personaggi che sembrano usciti dagli articoli che nei mesi scorsi hanno raccontato il crac globale. Cè la società, ci siamo noi: JR fa il padrone del mondo perché ha una madre troppo impegnata per occuparsi di lui. Allora lui si sfoga così: compra dalla Marina un milione e mezzo di forchette di legno da picnic in eccesso, un impianto tessile in bancarotta, poi una fabbrica di birra, una tipografia, una casa editrice, una casa di cura, un obitorio.
Senza giudicarlo Gaddis lo fa sembrare quello che vuole che appaia: un ragazzino senza scrupoli, linizio di una vita da egoista, da individualista, un ragazzino che ti fregherebbe la merendina a scuola ogni giorno se non fosse impegnato a fregare un investitore. Cè la voglia di possesso estremizzata fino al paradosso, cè lidea della stanchezza del possesso che segue la voglia e si nutre di unaltra voglia per alimentarsi ancora. Non ha unanima, JR. Non ha neanche una passione. Assomiglia a Jonathan Lebed che nel 2000 evidentemente si immerse nella lettura di Gaddis prima di cominciare a fare quello che lo trasformò in personaggio pubblico: partiva dal New Jersey che è Long Island dallaltra parte di Manhattan, anche questa prima periferia dellimpero. Aveva 15 anni quando guadagnò centinaia di migliaia di dollari pubblicando su chat e forum messaggi che spingevano gli investitori ad acquistare azioni già di suo possesso e che, secondo la Sec, alzavano artificialmente il prezzo dei titoli. Fu un caso, forse il primo, in cui davvero qualcuno dimostrò che il gigante finanziario americano poteva essere fregato da un computer di un giovane brufoloso e un po affamato di soldi. JR lo faceva nel 1975, prima di finire divorato dal suo stesso sistema.
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