Rossellini visto con occhi diversi. Noto al grande pubblico come un regista di indiscusse doti e capacità, delle altre doti poco si sa. Ora una mostra fa luce sull«altro» Rossellini. Al Museo di Roma in Trastevere fino al primo aprile, una sorta di rievocazione di colui che da molti è stato definito un umanista. Figura singolare del nostro cinema, Roberto Rossellini, di cui lo scorso anno si celebrava il centenario dalla nascita, e di cui in questanno si celebrano invece i trentanni dalla morte, viene raccontato in questa mostra sotto un profilo completamente diverso.
Oltre a molti scatti, realizzati dal fotografo di scena con il quale ha lavorato maggiormente, Gianni Assenza, nel museo sono esposte lettere, manoscritti, locandine, sceneggiature, libri annotati. Tutto quello che normalmente viene tenuto nascosto e che invece nel caso specifico serve a connotare in maniera esaustiva il personaggio dalle mille sfaccettature.
La mostra cerca di fare luce sul ruolo di promotore di cultura, delle arti in genere, che Rossellini ha sempre avuto. Davvero come un umanista di altri tempi, il regista di Roma città aperta, di Paisà, di Germania anno zero, viene riecheggiato in questo contesto come un promulgatore delle arti in genere. Una sorta di Leonardo dei nostri tempi, capace di compiere miracoli artistici in molti campi. Oltre alle immagini fotografiche, molto interessante è uno studio ricreato per loccasione dove, vicino ai suoi tanti manoscritti, è stato totalmente ricreato un luogo di altri tempi, una biblioteca ideale, tipica dei grandi intellettuali di una volta, capaci di capolavori. Uno studio che sembra quello di un artista a tutto tondo, quindi un pittore, o magari anche di un musicista, di un appassionato della bellezza, e delle arti in genere.
Interessante è anche il lavoro svolto attraverso testi audiovisivi e multimediali, che mettono a paragone botteghe medievali, e factory contemporanee. Luoghi dove ognuno dei partecipanti poteva sentirsi protagonista. Di notevole fascino anche la parte della retrospettiva dedicata alle grandi macchine ideate da Rossellini, messe in parallelo con quelle pensate dagli umanisti di un tempo. In mostra anche il progetto di polienciclopedia, idea sempre del regista, nel quale dovevano essere pensati quattro programmi, il primo dedicato alla storia, poi quello ai sentimenti, alle culture e infine ai principi.
Nella sala superiore del museo invece, di nuovo una mostra dedicata in qualche modo al cinema. Locchio indiscreto del cinema.
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